Progressista per filosofia di vita (per sua stessa ammissione), ma tradizionalista e conservatore se si parla di Palio. Emanuele Montomoli, professore universitario e fondatore di Vismederi, azienda leader nel settore delle scienze della vita, da sempre contradaiolo dell’Istrice, ha fatto, ai microfoni di Siena Tv, una riflessione/provocazione importante sulla Festa, stravolta dai numeri esorbitanti che si registrano nelle cene di contrada.
“Domani sera per la cena della prova generale nelle varie contrade ci saranno circa 13mila persone in tutta Siena, a che serve questo? Le mega feste di contrada che sanno più di sagra paesana che altro, a cosa servono? Ad alimentare l’economia del Palio, non il Palio, perchè il Palio è un’altra cosa. Alimentando l’economia del Palio lo si mette in una dimensione economico-finanziaria che di nuovo ne stravolge l’essenza. Poi, ringraziando il cielo però c’è il Dio del Palio che, a prescindere dalle dinamiche economiche riequilibra sempre tutto il 2 di luglio e il 16 agosto.
Le cene della prova generale aperte, con 2500-3000 persone – prosegue Montomoli – mi sembrano più un’ostentazione, un voler fare cassa su qualcosa che un reale voler stare insieme (come sarebbe lo spirito della contrada ndr), perchè poi in una condizione come questa, non si può stare bene. Io filosoficamente sono un progressista, credo molto nell’innovazione, ma sul Palio sono un conservatore”.