Paolo Berizzi all'Università per Stranieri di Siena: "L'antifascismo non sia solo liturgico ma quotidiano"

All'Università per Stranieri di Siena questa mattina si è celebrato in anticipo l'80esimo anniversario dalla Liberazione

Di Lorenzo Agnelli | 15 Aprile 2025 alle 17:30

“Viva l’Italia antifascista” si apre con questa frase del Rettore dell’Università per Stranieri di Siena Tomaso Montanari la giornata di celebrazioni dedicata dall’Ateneo senese all’80esimo anniversario della Festa della Liberazione del 25 Aprile. Non una semplice ricorrenza liturgica, da calendario, ma una vera e propria celebrazione dell’antifascismo, unico e grande simbolo di democrazia e libertà che ha dato vita alla nostra Costituzione.

“I fascisti ci sono ancora, dobbiamo partire da questo presupposto – afferma Tomaso Montanari, Rettore dell’Università per Stranieri di Siena -. Pertini diceva che celebrare il 25 aprile mettendo le corone di fiori ai partigiani era vano reducismo e diceva che invece bisogna occuparsi del presente, occuparsi del presente innanzitutto attuando il progetto della Costituzione, perché il vero antifascismo è la Costituzione, cioè costruire una società che è il contrario del fascismo, cioè che è libera, che è solidale, che non è nazionalista, che non ama la guerra, che non disprezza la donna. Perché il fascismo tutte queste cose ce lo dobbiamo ricordare. E poi una società, e questo riguarda noi, in cui ci sia un’università libera”.
Proprio nella sua Università il Rettore Montanari ha voluto che restasse il segno di questo anniversario con l’intitolazione delle ultime otto aule dell’Ateneo a otto professori che rifiutarono il giuramento fascista. Ospite della giornata il giornalista e saggista Paolo Berizzi, autore di alcune delle più importanti inchieste giornalistiche sulle attività delle violente organizzazioni neofasciste.

“Chiaramente l’ottantesimo anniversario è una data importante. Lo è soprattutto in un tempo, quello che stiamo vivendo, nel quale assistiamo ad una sorta di svalorizzazione quotidiana dell’antifascismo, cioè la classe politica dirigente attuale e il Governo attuale, il più a destra nella storia della Repubblica, da tempo cercano di picconare l’antifascismo e l’Italia oggi è piena di anti-antifascisti nelle istituzioni democratiche, in Parlamento e sugli scranni più alti della Repubblica – ha spiegato il giornalista e saggista sotto scorta Paolo Berizzi -. In questo tempo è importante ribadire la necessità vitale dell’antifascismo perché siamo di fronte al tentativo, di chi governa, di riscrivere la storia sia del fascismo storico sia del neofascismo degli anni ’70, che chiaramente affonda le radici e il suo calco nel ventennio mussoliniano. Di fronte a questi tentativi sempre più pervasivi, sempre più massicci, occorre riprendere in mano un antifascismo militante, ovviamente pacifista, ovviamente democratico, ma che non sia occasionale, sia invece quotidiano e incorporato nei nostri gesti quotidiani”.

Lorenzo Agnelli

Giornalista pubblicista iscritto all'ordine dal 2020. Esperienza nel ruolo prima come corrispondente locale dalla Val d'Orcia e poi all’interno della redazione di Radio Siena Tv. Prendere parte alle discussioni e conoscere a fondo i fatti sono stati i fattori scatenanti della sua personale passione verso il giornalismo, concentrandosi principalmente sui fatti di cronaca che riguardano la collettività, come la politica e le sue incoerenze, materie da spiegare e rendere accessibili a tutti. Ama la città in cui lavora, Siena, e la sua terra, la Val d’Orcia, luogo capace di offrire bellezza paesaggistica ma anche umana, difficile da spiegare, ma che non si stanca mai di raccontare.



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