Solfanelli della Coldiretti: “Allevatori e pastori, un lavoro a rischio”
Gli italiani scelgono la tradizione, anche per la Pasqua. L’alimento piu’ rappresentativo della consuetudine pasquale per la maggioranza degli italiani resta la carne d’agnello che viene servita quest’anno in piu’ di una tavola su due (52%) nelle case, nei ristoranti e negli agriturismi. E’ quanto emerge da una analisi Coldiretti/Ixe’ in occasione della Pasqua. “Il tradizionale pranzo della festa rappresenta un appuntamento determinante per la sopravvivenza dei pastori poiche’ in occasione di questa festivita’ si acquista quasi la meta’ della carne di agnello consumata dagli italiani durante tutto l’anno. Un’occasione – sottolinea Coldiretti – per recuperare i piatti della transumanza tramandati da secoli ovunque (ad esempio, in Abruzzo agnello cacio e ova, il molisano agnello sotto il coppo, nel Lazio l’abbacchio alla scottadito e nel nostro territorio costoline di agnello fritte e arrosto) con l’effetto di consentire la sopravvivenza di un mestiere antico ricco di tradizione che consente la salvaguardia di razze in via di estinzione a vantaggio della biodiversita’. “Quello degli allevatori, dei pastori e’ un ruolo fondamentale per la tutela del territorio – dice Simone Solfanelli, direttore Coldiretti Siena – ma e’ un lavoro messo a rischio, ce lo dice la cronaca degli ultimi giorni, dai predatori che non sono tenuti sotto controllo. Fondamentale, quindi, sostenere la loro attivita’”.
E quest’anno c’e’ una ragione in piu’, perche’ portare la carne di agnello a tavola significa – sostiene la Coldiretti – salvare il lavoro dei circa 4mila pastori terremotati che non hanno ancora abbandonato le aree colpite dal sisma di Lazio, Marche, Abruzzo e Umbria dove, sempre secondo l’analisi, solo nei 131 comuni del cratere, sono allevate 213mila pecore e capre #SalvaUnPastore. Il terremoto – spiega la Coldiretti – ha infatti allontanato i turisti e ridotto le spedizioni verso le grandi citta’ come Roma dove storicamente vengono acquistati agnelli del centro Italia di grande qualita’. Non e’ un caso che secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’ ben 1/3 degli italiani (34%) acquistera’ carne d’agnello italiana e il 12% addirittura ha scelto di comperarla direttamente dal produttore mentre solo il restante 6% non e’ interessato alla provenienza. Per garantirsi acquisti di qualita’ al giusto prezzo il consiglio della Coldiretti e’ dunque quello di preferire carne di agnello a denominazione di origine, quella garantita da marchi di provenienza territoriale, o di rivolgersi direttamente ai pastori, quando e’ possibile. Secondo un’analisi Coldiretti sono 60mila gli allevamenti di pecore presenti in Italia, spesso concentrati nelle aree piu’ marginali del Paese, per un patrimonio 7,2 milioni di animali, situati in maggioranza in Sardegna.