Il tempo scorre e già domani l’Unione Comunale del PD di Siena si proietterà ufficialmente verso il congresso del 30 novembre, quando verrà scelto il successore alla carica di Segretario Dem, lasciata vacante da Massimo Roncucci a fine maggio 2023, a seguito della sconfitta alle elezioni comunali di Siena. Entro la mezzanotte di oggi infatti tutte le candidature dovranno essere presentate, insieme alle linee programmatiche delle proprie mozioni, per rientrare tra la rosa di nomi che i tesserati PD potranno scegliere al prossimo congresso.
La tanto sperata unità ricercata, dopo un anno e mezzo di commissariamento del partito, è solo un’illusione. Infatti le candidature spuntate in questi giorni sarebbero addirittura quattro: Rossana Salluce, Simone Vigni, Piero Fabbrini e Paolo Mazzini. Un segnale di pluralismo e vitalità, secondo il Commissario Marco Sarracino, ma che in realtà nasconde le insidie della spaccatura, avvertita anche da alcuni possibili candidati come Piero Fabbrini su tutti, ma anche da Paolo Mazzini e Rossana Salluce, i quali non hanno ancora formalizzato la loro discesa in campo e sarebbero pronti a collaborare e a fare un passo indietro per il bene comune di una candidatura unitaria e sostenuta da tutti.
Chi però non ci sta affatto è Simone Vigni, già ex segretario Dem nel 2018 quando Siena venne conquistata dal centrodestra per la prima volta nella storia. Vigni infatti rappresenta quella frangia del PD senese vicina all’ex sindaco Ceccuzzi e alla Consigliera Comunale Mazzarelli, che ha sempre mal digerito la nomina del Commissario e per questo scende in campo senza se e senza ma. Spiragli di interlocuzioni e aperture dall’altra parte per una possibile candidatura che segni un taglio netto con il passato come ribadito da Piero Fabbrini e da Rossana Salluce. Intensi lavori di intermediazione per il Commissario Sarracino in queste ultime ore prima della mezzanotte, perché il rischio di andare al Congresso con quattro candidati è alto e segnerebbe di fatto un anno e mezzo di lavori andati a vuoto per ricompattare e ricostruire il PD che a Siena viene scelto in occasione delle elezioni politiche nazionali mentre viene votato con più fatica per quelle comunali.