Pedopornografia, operazione "Pay to see": perquisizioni anche nella provincia di Siena

Polizia postale sgomina rete di utenti italiani che su una piattaforma di messaggistica scambiava materiale pedopornografico realizzato anche da adolescenti e venduto online con un tariffario per ogni singola prestazione

Di Redazione | 22 Luglio 2020 alle 20:12

Pedopornografia, operazione "Pay to see": perquisizioni anche nella provincia di Siena

La polizia postale ha individuato e sgominato una rete di utenti italiani che su una piattaforma di messaggistica scambiava materiale pedopornografico realizzato anche da adolescenti e venduto online con un tariffario per ogni singola prestazione. E’ scattata l’operazione “Pay to see”, con perquisizioni che hanno coinvolto anche la provincia di Siena.

Gli investigatori della Polizia Postale di Bari e Foggia, coordinati dal CNCPO (Centro Nazionale di Contrasto alla Pedopornografia Online e protezione dei minori) del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, hanno eseguito 21 perquisizioni nei confronti di minori ed adulti per il reato di divulgazione di materiale pedopornografico.
Le perquisizioni sono state eseguite in 12 regioni sul territorio nazionale, nelle province di Bari, Foggia, Roma, Monza Brianza, Varese, Cremona, Siena, Agrigento, Palermo, Bologna, Fermo, Ascoli Piceno, Treviso, Chieti, Savona, Imperia e Torino.

I provvedimenti sono stati emessi dal sostituto procuratore Curione e dal sostituto procuratore Plotino, rispettivamente della Procura della Repubblica presso il Tribunale e della Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Bari.

L’indagine veniva avviata a seguito della segnalazione dei genitori di un’adolescente che, insospettiti dall’intenso utilizzo di alcuni social network da parte della figlia, notavano sul suo telefono la presenza di una chat in cui inviava immagini sessualmente esplicite.

Nella circostanza i genitori si rivolgevano agli investigatori della Polizia Postale di Foggia, i quali, a seguito di accertamenti sul dispositivo telefonico della minore, constatavano la presenza di una chat su una nota piattaforma social, al cui interno si rinveniva una sorta di listino prezzi per prestazioni di carattere sessuale on line, con tariffe differenziate a seconda delle richieste:

“Videochiamata 45 min. omaggio 10 foto 1 video e 3 dediche =40€”; “Videochiamata 1 ora e mezza (se si vuole anche in vari orari) = 50€”; “Sexchat 45 minuti in cui faccio da schiava= 30€”; “10 foto dei piedini. Omaggio audio in cui dico porcate=10 €”; “10 foto a scelta + video masturbazione. Omaggio audio in cui dico porcate = 20€”.

L’attività d’indagine permetteva di identificare gli utenti che avevano effettuato i pagamenti per le prestazioni richieste, consentendo l’emissione da parte della locale Autorità giudiziaria dei 21 decreti. Tra i destinatari figura un amico dell’adolescente, anch’egli minorenne, presunto ideatore del business, il quale, utilizzando l’account della ragazza, in cambio di piccole somme di denaro, si sostituiva a lei chattando con diversi utenti, a cui prometteva l’invio di materiale di natura sessuale in cambio di corrispettivi in denaro.

Dall’attività svolta, che ha portato al sequestro di numerosi telefonini e computer, è emerso un quadro preoccupante sul crescente utilizzo distorto dello strumento informatico da parte di soggetti sempre più giovani, inconsapevoli della portata delle azioni compiute, fino a realizzare attività delittuose di allarmante gravità. Sono in corso, da parte degli esperti della Polizia Postale, approfondite analisi di tutti i supporti sequestrati al fine di acquisire le prove informatiche e verificare il coinvolgimento di altri soggetti, nonché l’ambito di diffusione del fenomeno.

 



Articoli correlati