Il consigliere Vanni Griccioli ha presentato le sue proposte con una mozione per una diversa modalità di gestione del turismo: “Basso livello e niente programmazione. Non bastano trenini, card, ruote panoramiche e mongolfiere”
Siena abbisogna di una svolta nella gestione del turismo. Le attuali politiche non bastano: lo dice il gruppo consiliare di Per Siena che ha convocato una conferenza stampa per illustrare le proposte alternative, che mirano a unna offerta di maggiore qualità culturale, più integrazione con i territori confinanti e strutture organizzate, in discontinuità con le scelte finora prese. La presa di posizione si aggiunge a quella dei ristoratori senesi, che hanno parlato di una stagione turistica per adesso disastrosa (LEGGI QUI).
“Una città patrimonio dell’umanità genera delle aspettative e ha degli obblighi, se non giuridici, almeno morali – spiega Griccioli – Ad esempio, quello di trainare tutta la Toscana meridionale nella promozione turistica. O, banalmente, di esercitare il ruolo di coordinamento su una ambito provinciale, come previsto, o almeno di coordinare l’ambito territoriale omogeneo definito dalla Regione Toscana. Qualcosa bisogna pur fare, oltre ai proclami e alla mera animazione (dai trenini alle ruota panoramica, dalla mongolfiera ai mercatini), per tamponare l’attuale tendenza all’improvvisazione, tra card inutili e annunci di prodotti turistici velleitari, eventi di basso livello e nessuna programmazione”.
Il movimento Per Siena chiede una linea di discontinuità verso l’attuale improvvisazione, auspicando un intervento degli amministratori comunali affinché facciano intravedere un progetto organico, per uno sviluppo sostenibile del nostro territorio. Con una mozione, che verrà presentata al prossimo Consiglio comunale, si fanno gli esempi di realtà confinanti, spesso prese a esempio, purtroppo non per gli aspetti strategici.
“Attraverso una fondazione culturale e un’altra versata al mercato turistico, ad esempio, Arezzo produce eventi, elabora offerte turistiche che vengono subito immesse sul mercato, grazie all’inserimento nell’ambito societario di Comuni, strutture ricettive e tour operator che vogliono entrare nel progetto, apportando proposte e conoscenze. Analogamente, i Comuni della Val di Chiana senese hanno dato vita a un tour operator legato alla locale Strada del vino e dei sapori, diventando un modello regionale. Ora, un’offerta di qualità, mirata alle nicchie, che unisca cultura ed esperienze, appare l’unico antidoto alla deriva del cosiddetto turismo mordi e fuggi. Ma deve essere l’ente pubblico a coniugare l’utilizzo del patrimonio culturale (il complesso della Cattedrale, il Santa Maria della Scala, il museo Civico) con gli eventi, la didattica, i laboratori, rivolgendosi a un pubblico diverso, selezionato, potenzialmente più danaroso o, almeno, con aspettative culturali più elevate, che lo legheranno a Siena e al territorio per un periodo più lungo. Occorre creare un’offerta di esperienze autentiche, e non è detto che il Privato abbia la sensibilità, la voglia o l’interesse per farlo, specie se può giocare su grandi numeri. Ecco allora il ruolo indispensabile del Pubblico, per arginare una deriva e dare un’alternativa a intere nicchie di mercato, una prospettiva diversa a quei ristoranti o negozi che rischiano la chiusura, non trovando più un pubblico a cui rivolgersi. Purtroppo il Comune di Siena, secondo gli addetti ai lavori dei quali il movimento Per Siena si fa interprete, non esercita quel ruolo di coordinamento e indirizzo che sarebbe fondamentale e che un’altra amministrazione di centrodestra sta invece interpretando assai bene, con soddisfazione delle parti economiche”
“Serve una struttura organizzata, servono azioni precise e coordinate, al posto degli annunci. Ad esempio, non ha senso stringere rapporti con un porto per “catturare” i proprietari di yacht, se al contempo non si fa il possibile per aprire una via del lusso, o nuovi ristoranti di alto livello, per sviluppare una seria offerta commerciale tra Siena al mare, attraverso la Maremma. Invece di moltiplicare i soggetti (ad esempio una singola Convention bureau) servirebbe un ampio organismo, capace di interagire con gli altri Comuni e con la Toscana del sud, comprendendo tutti i segmenti di mercato e una perfetta coerenza tra progetti culturali, vissuto locale e le necessarie esperienze che possono rendere una visita indimenticabile, in grado di attrarre un pubblico non banale. Servono impegno, competenza e lavoro, invece di seguire gli standard imposti dal mercato globale, validi ovunque. Purtroppo la delicatezza e la raffinatezza di Siena non lo consentono: bisogna prenderne atto. Più semplice organizzare i raduni di auto o i mercatini, che purtroppo alimentano visite fugaci e un pubblico disinteressato al vero patrimonio della città”.