Per Siena torna a fare una riflessione su Banca Mps e sugli scenari che potrebbero aprirsi dopo la cessione da parte del governo della quota della banca senese.
“Lo Stato Italiano, dopo la vendita del 25% delle azioni, detiene il 39,23 % della banca più antica al mondo – si legge in una nota -. Gradualmente avrà sempre meno forza o interesse ad imporre una soluzione che garantisca un legame con la Senesità quando dovrà contrattare una fusione o aggregazione con altri istituti finanziari. Quindi per la città un’operazione, come quella di cui stiamo parlando (tutta finanziaria), ha dei risvolti decisamente negativi che potrebbero diventare letali se il Governo continuasse a fare operazioni parziali. Pertanto le parole del sindaco di Siena che afferma che “la Banca MPS è oggi risorsa per tutto il paese” non aggiungono molto alla storia dell’Istituto senese, che è stato risorsa per il Paese da sempre.
È la seconda volta (l’altra riguarda il Palio) che la maggioranza di centrodestra che amministra la città, più che rappresentare e tutelare gli interessi di Siena si appiattisce, fino a sostituirsi al punto di vista del Governo. Assumendo posizioni improprie, si ignora l’avvicinarsi, anche alla luce dei commenti degli analisti, a un lento, ulteriore processo di distacco della Banca dalla propria città, se la “classe dirigente” di Siena non si farà avanti al fine di evitare la conclusione di una storia che è stato un modello.