Nonostante fosse stato allontanato da casa per aver picchiato, maltrattato e denigrato la compagna per anni anche davanti al figlio minore, appena decaduta la misura, un cittadino albanese di trenta anni residente a Poggibonsi, aveva di nuovo iniziato a perseguitarla, seguendola quotidianamente nei suoi spostamenti, addirittura talvolta appostandosi a poche decine di metri da dove si trovava. La Polizia,su disposizione del gip, ha così applicato la misura cautelare del divieto di avvicinamento.
La giovane donna, sua connazionale, spesso notava l’ex compagno mentre la stava seguendo con la sua vettura mantenendosi a poca distanza da lei, oppure mentre si tratteneva nei pressi della sua abitazione fino a tarda notte. “L’unica via di fuga prospettata alla vittima dal suo persecutore era quella di tornare a vivere con lui – spiega la Questura – minacciando, in caso contrario, conseguenze quali quella di far allontanare il loro figlio, facendolo affidare a una casa famiglia. Affermazione quest’ultima che, esternata davanti al minore, lo aveva sconvolto moltissimo”.
Per interrompere la condotta persecutoria interrotta è servito l’intervento della Polizia di Stato, con l’esecuzione della misura cautelare del “divieto di avvicinamento alle vittime e ai luoghi da essi frequentati”, imponendo all’indagato di mantenere una distanza di almeno 400 metri dalle parti offese, emessa nei confronti dell’uomo dal Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Siena, su proposta della locale Procura.
La donna albanese, dopo vari anni di sottomissione, violenze, atteggiamenti vessatori e denigratori da parte del convivente, connazionale, ha trovato ancora la forza per denunciare l’ulteriore atteggiamento molesto e minatorio dell’ex compagno agli investigatori del Commissariato di Poggibonsi.Ai poliziotti ha consegnato una serie di messaggi e video a riprova di quanto denunciato.