Piancastagnaio, mostra "Ludus - La maschera e la vertigine" alla Rocca Aldobrandesca

Venerdì 6 dicembre l'inaugurazione. L'esposizione sarà visitabile fino al 30 aprile 2025

Di Redazione | 5 Dicembre 2024 alle 13:00

Piancastagnaio, mostra "Ludus - La maschera e la vertigine" alla Rocca Aldobrandesca

Verrà inaugurata venerdì 6 dicembre alla Rocca Aldobrandesca di Piancastagnaio la mostra d’arte “Ludus. La maschera e la vertigine”, che . sarà visitabile fino al 30 Aprile 2025.

La mostra “Ludus – La maschera e la vertigine” rappresenta un’evoluzione dell’esposizione precedente, “Del ludico dunque gioco”, ospitata a Serre di Rapolano. L’attuale allestimento si arricchisce con nuove opere di 17 artisti, oltre ai 20 partecipanti originari, per un totale di oltre 50 lavori, incluse opere site-specific installate sulle mura della Rocca Aldobrandesca di Piancastagnaio. L’apertura è prevista per il 6 dicembre 2024, con chiusura il 30 aprile 2025. La mostra si sviluppa su 350 metri quadrati e include dieci vani espositivi, oltre a una terrazza panoramica all’ultimo piano della torre.

Tra le opere in mostra figura un omaggio all’artista Vettor Pisani, molto legato alla Toscana, la cui singolare casa-museo, realizzata nelle cave di travertino di Serre di Rapolano, testimonia la sua visione artistica fuori dagli schemi. Questo riferimento al passato si intreccia con un’interpretazione del tema del gioco, che diventa chiave concettuale per rileggere la rocca quattrocentesca, storicamente legata alla difesa e alla guerra. La scelta del luogo invita a riflettere sul contrasto tra il passato bellico e la leggerezza del ludico, trasformando la rocca in un “gioco di guerra” in cui la posta è l’arte, non la vita.

Il gioco, nel contesto della mostra, non è solo un’idea di svago ma apre innumerevoli proposte di riflessione. Traendo ispirazione da Johan Huizinga (Homo Ludens) e da Roger Caillois (Il gioco e gli uomini), la mostra tenta di esplorare le quattro dimensioni fondamentali del gioco: agon (competizione), alea (azzardo), mimicry (imitazione) e ilinx (vertigine). Questi concetti si traducono in una dinamica artistica che offre al visitatore un’esperienza di trasformazione e libertà creativa, dove il gioco diventa uno strumento per sfidare e comprendere il ridicolo e l’assurdo della vita quotidiana.

La mostra invita a un dialogo tra le opere e l’architettura militare, trasformando gli austeri spazi della rocca in una moderna wunderkammer. Il tema del gioco si collega anche al centenario del Manifesto Surrealista (1924), che celebrava il gioco come forma d’arte libera, capace di intrecciare immaginazione e realtà. Citando il celebre gioco surrealista dei Cadavres exquis, la mostra celebra la capacità del gioco di creare collettivamente mondi nuovi, svincolati dai limiti individuali.

Nella mostra si evidenzia l’importanza della cornice come spazio simbolico che separa il reale dal fantastico. La cornice non rappresenta solo un limite, ma un portale che consente di accedere al mondo del gioco, in cui tutto può essere trasformato: per un bambino, una scopa può diventare un cavallo, un bastoncino una spada. Attraverso l’arte e il gioco, il visitatore è invitato a immergersi nelle sfumature della creazione e della finzione, riscoprendo il piacere dello stupore e della meraviglia.

 

 

Con la collaborazione di:

Angela Wang, YURTA Relazioni Culturali

 

Consulenza all’allestimento:

Jacopo Bellucci, Emanuele Giannetti, Gianni Lillo



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