Piano di ristrutturazione e bilancio Mps, sindacati sul piede di guerra

Di Redazione | 8 Febbraio 2018 alle 11:10

Piano di ristrutturazione e bilancio Mps, sindacati sul piede di guerra

“Ulteriori fallimenti non ricadano sui lavoratori, che hanno già pagato per riparare i danni di manager che hanno tradito la loro missione”

Monta la tensione all’alba della presentazione del bilancio di Mps, previsto per domani. I sindacati dubbiosi sulla consistenza del piano di ristrutturazione e sulle perdite di esercizio (LEGGI QUI: https://www.radiosienatv.it/mps-forti-dubbi-dei-sindacati-piano-ristrutturazione-bilancio/), sono sul piede di guerra. Fisac CGIL ammonisce affermando che nuovi eventuali errori non debbano ricadere sui dipendenti già abbastanza stremati dalle recenti vicissitudini: “Non accetteremo in alcun modo – si legge nella nota – che un ulteriore fallimento possa ricadere, ancora una volta sui lavoratori che già troppo hanno pagato per riparare i danni causati da una classe manageriale (sempre la stessa) che ormai da tempo ha tradito la propria missione. Per tornare a quella storia virtuosa, ai buoni manager, dei quali c’è un grande bisogno per riorganizzare le nostre strutture economiche e sociali, la strada è obbligata: vanno rifondate la cultura del merito e le sue basi morali e propulsive. In altre parole va affermato il principio della responsabilità, riferita ai risultati concreti e ai loro effetti sociali”.

“Auspichiamo che il Governo – continuano le sigle sindacali – che scaturirà dalle prossime elezioni politiche voglia partire da questi principi, raccogliendo e interpretando le istanze che vengono dal mondo del lavoro. Ci auguriamo un Governo che segni la fine di un’epoca e l’inizio di un’altra, in cui i privilegi e gli abusi dei poteri forti lascino finalmente il posto ad una società più equa e solidale. Questo principio deve trovare attuazione, in primis, nel nostro settore che ha un ruolo fondamentale per la crescita e lo sviluppo economico e sociale del Paese. Ma perché questo possa concretizzarsi bisogna cambiare direzione: non più dalla parte dei banchieri e del profitto, ma da quella dei lavoratori, delle lavoratrici, delle famiglie, dei cittadini, delle piccole medie imprese. Non più dalla parte dei più forti”



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