“Ho sempre sostenuto che l’accordo con Unicredit fosse miracoloso tecnicamente, il mandato ricevuto da Orcel difficilmente poteva portare a una conclusione positiva, se non attraverso una regalia totale da parte dello Stato. Il rilancio dei 7 miliardi ha fatto saltare l’operazione, con 15 miliardi si fa una banca nuova”. Così Pierluigi Piccini, consigliere comunale di “Per Siena”, commenta ai microfoni di Siena Tv il fallimento della trattativa tra Unicredit e Tesoro per Mps.
“Spero che quel che è successo rappresenti un insegnamento per gli enti locali, serve tempo, unità di intenti e un progetto, senza queste tre condizioni è inutile chiedere un rilancio dei tempi – ammonisce Piccini – ci vogliono progettualità concrete per discutere col Mef, e consulenti tecnici all’altezza della soluzione”.
Le proposte per il futuro: “Siamo convinti che Mps possa svolgere un ruolo per il paese, integrandosi con il medio credito centrale e Invitalia per diventare una banca pubblica di investimento, con obiettivi rivolti a famiglie e pmi. Un volano per il rilancio della nazione. Soltanto la piccola e media impresa rappresenta 550mila aziende, soprattutto nell’Italia centrale, tra Toscana ed Emilia Romagna, la proposta coprirebbe una vocazione economica del territorio toscano che ha bisogno di un rilancio e di un tutor che accompagni la piccola e media impresa. Il personale di alta qualità di Mps andrebbe riconvertito su funzioni nuove, e se ne ridurrebbe la fuoriuscita”.