“Non torno per rivalsa. L’obiettivo è portare una ventata di nuovo formando persone che siano amministratori capaci prima che politici. Si deve ripartire dalle nostre vocazioni”
Ospite di Orlando Pacchiani a “Conto alla Rovescia”, il candidato sindaco Pierluigi Piccini ha parlato a 360 gradi della sua nuova discesa in campo per le amministrative con la lista “Per Siena” e dei vari temi di attualità politica cittadini. Si parte con “Spazio Siena”, che sarà inaugurato il 25 e che funzionerà da laboratorio di idee culturale e politiche permanente, per ripercorrere poi la sua storia, fatta di molti ritorni:
“Torno per rivalsa? Verso chi? – ha detto – non ci sono più i personaggi con cui ho avuto a che fare e con cui ho fatto le battaglie. Voglio dimostrare solo che questa città nonostante abbia subito dei torti grandi, possa ripartire, con una sfida sul contenuto. L’obiettivo è formare un gruppo dirigente cui possa portare la mia esperienza. Una ventata nuova, con qualcuno dietro a far crescere delle leve giovani e non solo. Con me ci sono persone nuove, non solo giovani: cerchiamo amministratori, che sappiano far funzionare le cose”
La sfida è al Pd? “Non gode più di quel consenso, ma ha elettorato stabile e a Siena vedo che è frazionato ma unito in un solo obiettivo, sostituire Valentini. Ma non è facile trovare una figura adatta. Quel che è certo è che il sindaco ha dato tutto, non ha più carburante”. Situazione economica e rilancio: “Partendo dal bilancio, non sono sicuro sia stato sanato come si dice, mi rifaccio a quel che ha stabilito la corte dei conti. Vista la situazione ormai i finanziamenti vanno attratti da fuori, ma non ci sono progetti in fase esecutiva, ma tanti ritardi di pianificazione. Siena deve sviluppare la sua nicchia di mercato e la sua vocazione, non si può competere con certe aree industriali regionali. Dobbiamo aprirci di più ora che non abbiamo più certe risorse. Forti delle tradizioni, bisogna piegare l’esterno alle nostre qualità. Mps? Non è redditivo, ripenso a una strada che ho sempre proposto delle nozze con le Poste, per risolvere i problemi”.
Giustizia paliesca: “Metro di giudizio sempre diverso e fonte di discriminazioni. Giustizia ordinaria per fronteggiamenti, il Palio è una festa antropologica, che scarica anche la violenza che accumula la società attraverso una ritualità. Se si entra nel patologico le contrade devono intervenire e la Magistratura entra in gioco quando c’è un vuoto di questo genere”. Infine il caso Rossi: “Io mi fermo qui, ho detto abbastanza. Ci cose nuove tocca ora ai magistrati lavorare. Dico solo che la sua morte non appartiene più solo a Siena ma a tutto al paese”.