A distanza di soli otto mesi dall’ultima grande mostra d’arte, quella dedicata a Dario Neri e Mario Luzi (che ha avuto poi uno spin-off a Siena, fino al 4 febbraio di quest’anno), Pienza torna a proporre una rassegna di pittura di valore assoluto.
Sabato 6 luglio, alle ore 17.00, presso il Museo della Città di Pienza, Conservatorio San Carlo Borromeo, si inaugura infatti l’esposizione “Aleardo Paolucci. 1927-2013. Tra Pienza, Siena e Roma, sulle tracce di Pio II”, a cura di Laura Bonelli.
Si tratta della seconda tappa di un progetto che prevede tre sedi per la stessa mostra: la prima è stata Siena, con il Santa Maria della Scala, aperta dal 12 aprile al 9 giugno; la seconda è appunto Pienza, città natale di Aleardo Paolucci, autore delle opere esposte, e del soggetto a cui sono dedicate, Papa Pio II (18 ottobre 1405 – 14 agosto 1464), dove rimarrà visitabile fino al 3 novembre; la terza e ultima sarà, significativamente, Roma, sede del Papato, presso Palazzo Merulana, che la ospiterà dal 23 gennaio al 2 marzo 2025, cioè nell’Anno Santo.
L’intero progetto, ideato dalla Enki Produzioni di Pienza, ha preso le mosse nel 2023, per celebrare i dieci anni dalla morte di Paolucci, artista, instancabile promotore e animatore di iniziative per la “sua” Pienza, che conosceva alla perfezione e che amava profondamente, e si estenderà fino al 2027, con sviluppi anche internazionali.
L’esposizione raccoglie 54 opere pittoriche e grafiche di Paolucci che descrivono la vita di Enea Silvio Piccolomini, nato nel piccolo centro rurale di Corsignano e asceso al soglio papale il 14 agosto 1458, come Pio II. Si aggiungono i sette bozzetti proposti dall’autore per il Palio di Siena, compresi i tre prescelti per la carriera del 2 luglio in ben tre occasioni: nel 1952, nel 1953 e nel 1963.
Papa Piccolomini è il fautore, il protagonista della trasformazione di Corsignano, in Pienza, il nome che assunse in suo onore. È nel febbraio 1459 che Pio II, colpito dal disordine e dal degrado che regnano a Corsignano, decide di trasformare questo piccolo luogo in una città moderna, in soli tre anni: è il sogno della “città ideale”. A suggerire l’intervento è il raffinato umanista Leon Battista Alberti, a progettarla l’architetto e scultore Bernardo Gambarelli, detto “Rossellino”, allievo e collaboratore dell’Alberti.
In vista del 2005, seicentenario della nascita di Enea Silvio Piccolomini, Aleardo Paolucci, diplomato a Siena, all’Istituto d’Arte, poi insegnante di educazione artistica alle scuole medie di Montepulciano, decide di dedicare un monumentale omaggio al prestigioso concittadino e realizza appunto, in tre anni, le 54 opere che descrivono mirabilmente la vicenda umana di Pio II. L’autore fa riferimento, sempre in maniera onirica e visionaria, a fatti e personaggi noti, ma sviluppa, attraverso dipinti e graffiti, un’indagine sull’interiorità mai esplorata dell’illustre pientino, rispondendo anche alle suggestioni che la figura ispira all’autore, legate principalmente al territorio.
Le tavole furono esposte in quell’anno, per meno di un mese, nelle sale del Palazzo Piccolomini, ora tornano alla visione del pubblico grazie a questo progetto.
Come scrive nel catalogo Ilaria Bichi Ruspoli, componente, con Laura Bonelli, Enrico Grassini e Fabio Pellegrini del Comitato scientifico, “Enea Silvio Piccolomini e Aleardo Paolucci sono cresciuti sullo stesso terreno, nutriti dallo stesso panorama architettonico-paesaggistico, entrambi a 18 anni hanno lasciato il paese e la campagna per andare a studiare a Siena, entrambi hanno poi fatto viaggi in posti lontani”.
La mostra di Pienza ha come titolari, oltre a Enki Produzioni, il Comune e la Pro Loco.