Un nuovo stile di vita che appartiene a circa tre milioni e mezzo di italiani (dati Istat). È quello da nomade digitale, vale a dire persone che svolgono un lavoro da remoto e non hanno un punto di appoggio fisso. Secondo l’Istituto Nazionale per le Analisi delle Politiche Pubbliche nei prossimi anni circa il 40% degli occupati sarà in grado, potenzialmente, di adottare questo stile di vita.
La Toscana potrebbe essere terreno fertile per accogliere i nomadi digitali, l’Irpet (Istituto Regionale Programmazione Economica della Toscana) ha pubblicato un report dal titolo “La digitalizzazione del lavoro e le opportunità per le aree interne”. Nel documento è presente anche uno studio sull’attrattività potenziale dei comuni toscani che prende in esame i parametri che interessano di più ai nomadi digitali: buona connessione internet, piacevolezza climatica, qualità dell’ambiente naturale, vivacità culturale, autenticità delle relazioni sociali, costi di insediamento e permanenza contenuti.
Secondo l’Irpet, in testa a questa particolare classifica ci sono due comuni della provincia di Siena, cioè Montalcino e Pienza, dove il patrimonio storicoculturale e paesaggistico, si unisce ad un’ottima connettività digitale e ad una buona offerta ricettiva.
Nel report vengono anche suggerite delle strategie per aumentare l’attrattività dei piccoli borghi della Toscana agli occhi dei nomadi digitali, che passano inevitabilmente dal potenziamento dei parametri sopracitati e partono in ogni caso dalla buona connessione ad internet e dalla creazione di spazi di co-working. Generalmente, riporta sempre il report, la possibilità di accedere al lavoro da remoto cresce all’aumentare del titolo di studio e diminuisce con l’avanzamento dell’età e in corrispondenza di redditi da lavoro più contenuti.