Pienza, la piccola città della Toscana creata da Papa Pio II nel 1462, Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco dal 1996, si affaccia, da Roma, sull’immensa platea della cultura e della fede mondiale.
Nel Giubileo 2025 Pienza è infatti presente nella Capitale con la mostra “Aleardo Paolucci. 1927-2013. Tra Pienza, Siena e Roma sulle tracce di Pio II”, a cura di Laura Bonelli, presentata giovedì 23 gennaio nella sede espositiva di Palazzo Merulana.
Giunge così al terzo atto il progetto quadriennale “Paesaggi dell’anima – Paolucci. Il pittore”, dedicato da Enki Produzioni all’artista pientino. La mostra, articolata su 54 opere ispirate a Paolucci da Papa Pio II, ha già fatto tappa a Siena, al Santa Maria della Scala, e poi a Pienza, sua città natale, nel complesso del Conservatorio San Carlo Borromeo, Museo della città. La preziosa raccolta è ora esposta nelle sale di Palazzo Merulana, sede della Fondazione Elena e Claudio Cerasi, gestito e valorizzato da Coop-Culture, e sarà visitabile fino al 2 marzo.
La presentazione è stata introdotta da Paola Centanni, Direttrice di Palazzo Merulana, che si è detta “orgogliosa di ospitare questa mostra in questo luogo: ci ha colpito la traccia pittorica di Aleardo Paolucci, coerente con le altre collezioni custodite, e il fatto che Pio II sia descritto come uomo, nella sua terra, senza sfarzo papale”.
Per il Comune di Pienza ha presenziato Andrea Giorgi, consigliere con deleghe, tra l’altro, al turismo e al sito UNESCO, che ha detto: “Dopo secoli di oblio, di torpore, dopo la fondazione, Pienza vede un nuovo fermento e una rinascita della città nella seconda metà del Novecento. Nella vitalità in cui si riparte e si ricostruisce, si inserisce pienamente l’attività creativa di Aleardo Paolucci, che ha anche un forte valore identitario”.
Giorgi ha poi aggiunto: “Mi auguro che la mostra sia anche un modo per riscoprire e approfondire la figura di un Papa “atipico” come Pio II, uomo all’avanguardia per il suo tempo, patrono delle arti e delle scienze, combattente contro la schiavitù e tollerante nei confronti degli Ebrei”.
Sono intervenuti anche Laura Bonelli, curatrice della mostra (“tra le due figure, Enea Silvio Piccolini e Paolucci, c’è una convergenza sul tema ‘il messaggio della memoria’, la ricchezza accumulata grazie alla frequentazione della bellezza; e quella di Pienza è una bellezza internazionale”); Stefano Sbarluzzi, di Enki Produzioni (“questa mostra è frutto dell’amore per la propria terra, volevamo uscire dalla logica del singolo evento, il progetto comprende anche uno spettacolo teatrale, ora ci rivolgiamo all’estero), ed Enrico Paolucci, pitto-scultore, figlio di Aleardo, che ha detto: “se lui potesse vederci in questo momento, sarebbe entusiasta; non si sarebbe mai aspettato il percorso fatto in questi due anni”.
Le opere in mostra furono realizzate da Aleardo Paolucci, già settantacinquenne, in appena tre anni, in vista del 2005, sesto centenario della morte di Papa Pio II Piccolomini; la prima esposizione, a Pienza, durata un mese, avvenne appunto in concomitanza con l’anniversario. Paolucci è poi scomparso nel 2013.
I dipinti, caratterizzati da una straordinaria attualità e freschezza, anche grafica, e da una evidente, assoluta padronanza delle diverse tecniche, raffigurano alcuni tra i momenti più significativi della vita di Enea Silvio Piccolomini, ispirati soprattutto dai Commentarii, memorie autobiografiche ricche di particolari e di suggestioni.
La mostra, sviluppata nelle tre sedi, propone al visitatore un itinerario che, partito da Siena e passato per Pienza, giunge infine a Roma, mentre esplora il viaggio ideale del Papa, dalla formazione giovanile fino all’apice della sua carriera a Roma, e sottolinea il legame profondo del Pontefice Piccolomini con le sue radici culturali e territoriali.
Il progetto è promosso da Enki Produzioni e realizzato con il patrocinio e la collaborazione dell’Archivio di Stato di Siena e del Comune di Siena e con il patrocinio del Ministero della Cultura, della Regione Toscana e del Comune di Pienza.