È stata presentata stamani alla stampa l’acquisizione del nuovo dipinto annunciato alcune settimane fa dalla Pinacoteca Nazionale di Siena. Si tratta di un’opera giovanile di Domenico Beccafumi raffigurante la Madonna con Bambino e San Giovannino, un olio su tavola di cm 72X58, che verrà esposto nella sala 27, la prima dedicata al pittore senese.
Dopo la presentazione alla stampa e alle autorità, e una visita in anteprima per l’Associazione Amici della Pinacoteca Nazionale di Siena, il dipinto sarà visibile al pubblico dal 25 febbraio e per dare una possibilità speciale alla cittadinanza sarà possibile accedere al museo, per la sola giornata di sabato, al costo di 2 euro.
L’opera di Beccafumi è stata comprata dal suo ex-proprietario oggi scomparso, il Prof. Giorgio Giusti, nel 1974 come dipinto di “Scuola senese del 500.” La sua famiglia, costituita da sei eredi, ne ha poi proposto l’acquisto allo Stato che ha accettato.
La Pinacoteca Nazionale di Siena, museo autonomo dal 2022, ricerca tutte le opere di alto livello che accrescano le sue collezioni, che sono le più complete sull’arte senese, con un interesse particolare per le opere in vendita sul mercato italiano. L’acquisto, fortemente voluto dal direttore Axel Hémery, è stato possibile anche grazie alla mediazione di Stefano Casciu direttore della Direzione Regionale Musei della Toscana, che dal 2014 al 2022 ha gestito la Pinacoteca senese.
L’importanza del dipinto nella collezione
Il dipinto venne attribuito fin dal XIX secolo al celebre pittore senese, ma è in epoca moderna che si è avuta la prima presentazione scientifica del dipinto a opera di Fiorella Sricchia Santoro nel catalogo della mostra di Siena del 1990 dedicata all’autore. Dopo questa attribuzione, e a seguito degli studi sul giovane Beccafumi di Alessandro Angelini, è corretto affermare che il dipinto si pone come un tassello importante nella collezione senese.
Nell’opera, che presenta uno stato di conservazione ottimo, si riscontrano tutte le caratteristiche che segnano il giovane Beccafumi, quali le sue esperienze maturate tra Siena e Firenze prima del 1510 ed è per questo estremamente rappresentativa degli esordi della carriera del grande artista senese, che si rivela già informato sui risultati più rilevanti della cosiddetta “maniera moderna. In particolare la scena riflette, nella relazione compositiva e affettiva che si viene a creare fra le tre figure, i contatti avuti con la pittura di Leonardo e con quella di Raffaello proprio negli anni trascorsi dal Sanzio a Firenze (1504-1508). Ed è proprio a questi anni, 1508-1510, che gli ultimi studi attribuiscono la datazione del dipinto, in un percorso che porterà a uno stile più definito del pittore, visibile nel Trittico della Trinità, esposto nella stessa sala.
Il dipinto ha sullo sfondo un delicato paesaggio che raffigura la Sacra Famiglia nella fuga in Egitto e che mostra il temperamento visionario dell’artista: un’anticipazione del magnifico paesaggio visibile nello sfondo del dipinto Le stimmate di Santa Caterina da Siena fra i santi Benedetto e Girolamo con il quale si troverà a dialogare nella stessa sala del museo.
Sono felice di poter presentare la prima acquisizione della Pinacoteca Nazionale di Siena come istituto autonomo – dichiara il direttore Axel Hémery – e in misura particolare perché si tratta di uno dei suoi artisti identitari, Domenico Beccafumi, di cui il nostro museo è l’unico a poter dare una visione complessiva. Rispondiamo a una delle nostre missioni principali: accrescere con delle acquisizioni mirate ed eccellenti la più grande collezione d’arte senese al mondo.