Barbara Stefanelli, vicedirettrice del Corriere della Sera, sarà a Poggibonsi nella prima data toscana per presentare “Love harder – Le ragazze iraniane camminano davanti a noi” (Solferino).
In una narrazione appassionata che si fa testimonianza, Stefanelli raccoglie tra le mani le storie delle ribelli iraniane e delle madri, dei fratelli, padri e compagni che ne hanno sostenuto la battaglia. Per custodire i nomi e i volti, il sacrificio e le promesse. Perché le libertà sono la fede che ci accomuna. Non c’è estraneità. Non può esserci indifferenza. Per questo deve risuonare in noi la loro chiamata a combattere. Ad «amare più forte».
Ad accompagnare l’autrice tra le pagine del libro sarà presente Gabriele Ametrano, direttore della Città dei Lettori.
L’iniziativa si svolgerà venerdì 19 aprile alle 18 all’auditorium dell’Accabì, nell’ambito della rassegna BenEssere, promossa dal Comune e curata dall’associazione MixedMedia insieme alla cooperativa Pleiades Biblioteca comunale Gaetano Pieraccini.
“Love harder. Le ragazze iraniane camminano davanti a noi”
Nika, studentessa, 16 anni? È caduta da un palazzo, dice il regime. Aida, 36, medico? Un amante abbandonato l’ha spinta giù dal cavalcavia, dice il regime. Reyaneh, ancora teenager al suo ingresso in prigione? Lei in effetti è stata giustiziata, dopo sette inverni, perché giudicata colpevole di aver ucciso un uomo: questa volta il regime non mente, ma nasconde che quell’uomo stava cercando di stuprarla. Sono queste, e molte altre, le storie quotidiane delle ragazze iraniane lungo le strade della «loro» Rivoluzione, che dura da oltre quarant’anni e che sogna di aver imboccato il rettilineo finale. Una generazione di giovani donne istruite che si rispecchiano nelle coetanee di Paesi più liberi, ne condividono i desideri, aspirano agli stessi diritti. Pagano col sangue il coraggio di mettere i propri corpi di traverso a un sistema che è vecchio, sessista, illiberale, determinato a spegnerne in fretta la rivolta. «Il regime ci sventra», ripetono, raccontando di abusi, accecamenti, sparizioni, finti suicidi. Ma la loro rivoluzione è fatta anche di canzoni, di colori e di arte, di solidarietà che corre tra regioni lontane e scavalca le frontiere. Fino a interrogarci: quanto saremmo capaci oggi – noi che ci sentiamo al riparo – di batterci per la libertà? La nostra, quella degli altri, quella delle nostre figlie e dei nostri figli, che consideriamo già in salvo
Barbara Stefanelli, giornalista, è nata a Milano nel 1965 ed è laureata in Germanistica dopo gli studi a Heidelberg e Vienna. Ha una figlia di 15 anni, che porta il nome di Maria Grazia Cutuli, inviata del Corriere della Sera uccisa in Afghanistan nel 2011. Dal 2009 è vicedirettore e da maggio 2015 è vicedirettore vicario del quotidiano di via Solferino, di cui è stata anche caporedattore centrale e caporedattore Esteri. Nel 2011 ha curato il lancio dell’inserto culturale La Lettura. Ha progettato il blog La27ora, nato con una prevalenza femminile, e poi aperto a tutte le firme del Corriere e ai contributi di lettori, lettrici ed esperti. Ha pubblicato per Marsilio “Questo non è amore”, inchiesta sulla violenza contro le donne, finalista al Premio Estense 2013, e “Maternità, il tempo delle nuove mamme”. Nel novembre 2013 ha inoltre lanciato “Il Tempo delle Donne”, un palinsesto aperto alla città di Milano di incontri/spettacoli/laboratori.