Sessantuno anni fa, il 14 gennaio 1964, nasceva Stefano Lotti. E’ bello e commovente quanto ancora vivo sia il suo ricordo. Un vero figlio di Poggibonsi, scomparso troppo presto a 24 anni, su un rettangolo di gioco (che da 36 anni porta il suo nome) durante il match Poggibonsi-Tiberis Umbertide. A lui è dedicato lo stadio di Poggibonsi e un mega murales alle porte del centro storico della città.
Un calciatore divenuto icona non soltanto della società, in un 2025 in cui ricorre il centenario dalla fondazione, bensì dell’intera comunità sportiva di Poggibonsi. Arrivato in giallorosso dal Pietrasanta per l’ Interregionale 1986-87, il ragazzo di Madonna dell’Acqua – Comune di San Giuliano Terme (Pisa) – si distinse fin dall’inizio nelle mansioni di motore inesauribile del centrocampo della formazione di Uliano Vettori. Svolse un ruolo determinante, Stefano, per spronare i colori nella successiva annata agonistica, terminata per il Poggibonsi con il primo posto a maggio e con l’accesso al professionismo. Ma il cammino di Stefano Lotti si era dolorosamente interrotto pochi mesi prima, il 28 febbraio 1988, in una domenica che sarebbe dovuta essere di festa in prossimità di un traguardo a lungo inseguito dall’ambiente. Domani, 15 gennaio, il trentaseiesimo anniversario dell’intitolazione a Stefano Lotti dello stadio comunale di Poggibonsi: avvenne in una mattinata alla presenza dei genitori di Stefano e di tutto l’universo dei Leoni.
