Polemiche a Siena sui social e non solo sulla questione mensa, a seguito delle critiche di alcuni genitori sulla composizione del menu e i commenti di risposta dell’assessore all’istruzione Paolo Benini. “Francamente non ho avuto nessuna segnalazione specifica – ha aggiunto – Ad ogni modo mi auguro si sia trattato di un imprevisto che ha causato il disservizio. Molte situazioni sono dettate dai protocolli COVID. Non questa… direi! L’incontro con pres. ASP e Delegazione Genitori era già fissato per il giorno 11 indipendentemente da questo. Avremo un argomento in più. Ora che finalmente abbiamo cambiato il direttore, è necessario che il servizio mensa si ammoderni rispetto alla decadenza in cui si è trovato”.
“Un mese fa il Gruppo consiliare PD ha depositato una mozione ‘per una politica del cibo’ a Siena, per riportare in consiglio comunale l’attenzione su un tema così strategico per la nostra Città sotto il profilo culturale ed economico – interviene così in merito il Pd – Perché i cittadini hanno bisogno di soluzioni ogni giorno, anche su questi temi”. “Dieci giorni dopo arriva la prima lettera dei genitori, che contesta la qualità dei pasti alla mensa delle nostre scuole. Ma allora a che serve che tutti a Siena condividano a parole che cibo è salute, educazione, integrazione, che l’agroalimentare è un’economia da valorizzare e la nutraceutica un settore scientifico da promuovere, se poi il servizio pubblico di mensa scolastica non è all’altezza di queste legittime aspettative?”. “Per promuovere un maggiore livello di consapevolezza dei cittadini rispetto alle questioni del cibo, dell’agricoltura e dell’uso responsabile del territorio occorre un piano di educazione alimentare e ambientale che comprenda le scuole, la tutela ambientale e le reti di filiera corta. Se però dalla mensa comunale arrivano risposte sbagliate verso bambine, bambini e le loro famiglie, in termini di tipo e qualità del cibo e del possibile spreco che ne può derivare, oltreché della non proporzionalità rispetto ai contributi diretti delle famiglie/utenti (a cui si aggiunge la rilevante compartecipazione economica del Comune), allora qualcosa non gira. E il pasto rischia di non essere più educativo”. “Si sa che con il COVID è aumentata la povertà alimentare: si calcola che in Italia 160.000 bambini facevano un unico pasto proteico a scuola, che con la didattica a distanza (c.d. DAD) è venuto a mancare. Ma ora che è possibile mangiare di nuovo tutti a scuola, chiediamo con forza che i menù e la varietà e presentazione dei cibi non sia più ‘sacrificata”. “A Siena non manca certo una tradizione positiva: si pensi, per tutti, all’impegno delle Scuole e a quello della Fondazione MPS, attiva da anni sul versante del programma di cittadinanza globale ‘School food’, con il ‘decalogo per una mensa scolastica sostenibile’, da cui è derivato anche il recente bando rivolto ai Comuni della Provincia di Siena ‘Sostenibilmense’, per accompagnare gli enti gestori della ristorazione scolastica verso un miglioramento del servizio, per rendere la mensa buona, sana e sostenibile”. “La sostenibilità e la sicurezza alimentare devono coniugare produzione, commercializzazione e distribuzione (‘Urban Food Pact’, Milano, 2015) e costituiscono un valore di cittadinanza ed un fattore competitivo, anche per la nostra Città”. “Il Comune deve avere quindi più attenzione alla politica e alla gestione del cibo. Su questo tema, di questi tempi non c’è da scherzare. Occorrono invece serietà ed autorevolezza”.