“Il nostro silenzio sia durato troppo. Fino a poche settimane fa il mio unico sfogo era quello di indossare la maglia più bella del mondo per me e per mio padre. Sto rinunciando al sogno di un bambino. Tutto quello che ho ottenuto non me lo ha regalato nessuno, neanche mio padre. Io avrei diritto di giocare, ma la vicenda più che giudiziaria è mediatica. Oggi non porto ipotesi, ma prove”. Lo ha detto oggi in conferenza stampa Manolo Portanova, il giocatore del Genoa recentemente condannato a sei anni di reclusione in primo grado per uno stupro di gruppo avvenuto nel maggio del 2021 a Siena, affiancato dal padre Daniele, ex calciatore, e Gabriele Bordoni, avvocato del calciatore nel processo. Secondo il giudice di Siena Ilaria Cornetti, la ragazza abusata “manifestò la propria volontà di voler avere un rapporto sessuale solo con Manolo e di non volerne uno di gruppo con i quattro ragazzi”, volontà espressa “in modo ripetuto e inequivocabile”; “il suo dissenso è stato sin da subito, e per tutta la durata del rapporto sessuale di gruppo, evidente e manifesto”. “ a livello mediatico siamo già stati condannati.
“I processi si devono fare nei tribunali e non sui media”, ha aggiunto il padre Daniele Portanova. “Mediaticamente Manolo viene accusato di essere uno stupratore. Il nostro silenzio ha difeso anche la ragazza e lo dico da padre. Perché con mia moglie abbiamo educato nostro figlio in un certo modo e con dei valori e se veramente avesse fatto le cose di cui è accusato e per le quali è stato condannato mi sarei fatto giustizia io da solo con la stessa grinta con cui lo sto difendendo – ha aggiunto Portanova, ex calciatore di Genoa, Napoli, Bologna e Siena – Siamo qui solo per ribadire che mio figlio sta soffrendo per non poter giocare e questa è l’unica cosa che gli interessa. Vorrei anzi ringraziare il club, che sta lottando per salire in A, che gli è stato vicino e che lo sta aspettando e gli ha sempre creduto. Capisco però anche la loro situazione per quanto accaduto dopo la condanna e mi metto nei loro panni per il finimondo mediatico che ne è seguito. Perché Manolo anche se è solo al primo grado di giudizio è già stato condannato a livello mediatico come uno stupratore. Ma la gente deve sapere come sono andate le cose”, ha concluso.