Dopo una settimana da quando il testo ufficiale della legge di bilancio per il 2023 è stato reso pubblico, diversi attori nazionali hanno espresso critiche su alcuni punti inseriti nella riforma. La Corte dei Conti e Bankitalia infatti hanno espresso molti dubbi sull’innalzamento del tetto al contante e sul nuovo limite, pari a 60 euro, al di sotto del quale gli esercenti possono non accettare mezzi di pagamento elettronici. Norme inserite nel disegno di legge, che, secondo i due enti nazionali, favorirebbero l’evasione fiscale e non sarebbero quindi coerenti con il PNRR. Non sulla stessa linea la Federazione Italiana Esercenti Pubblici e Turistici di Confesercenti che si schiera sulla libertà di poter pagare e accettare diversi tipi di pagamento che sia in cash o con POS.
“Noi della categoria FIEPET siamo a favore sia del contante che del bancomat – dice Filippo Grassi, membro nazionale della Federazione Italiana Esercenti Pubblici e Turistici -, tra l’altro nel comparto alberghiero siamo all’incirca l’80/90% dei pagamenti avviene con modalità elettronica, lo stesso vale per la ristorazione di alto livello. Il pagamento cash a volte diventa invece un’esigenza per attività piccole e per bottegai che non hanno praticità nell’utilizzo del POS. È questione di carineria avere 10 € in tasca per pagare la colazione”.
La FIEPET si dissocia dalla frase del Ministro Salvini secondo cui chi pagherebbe il caffè con il bancomat non sarebbe proprio cortese, ma comunque sempre meglio avere un po’ di contante disponibile nel portafoglio soprattutto per le “attività di periferia” meno attrezzate.