Operazione dei Carabinieri di Piancastagnaio
Un pastore rumeno di 29 anni è stato denunciato dai Carabinieri di Piancastagnaio per la ricettazione di uno smartphone rubato venti giorni prima ad una ragazza della località amiatina. Nel periodo della raccolta delle olive accade di frequente di incontrare delle auto parcheggiate sul ciglio della strada su percorsi sterrati e non, lasciate incustodite da contadini e braccianti agricoli che siano impegnati in quella particolare attività stagionale. È accaduto che un uomo si sia lasciato tentare dall’occasione e abbia forzato tre autovetture per rimediare qualche oggetto dimenticato ed esposto alla pubblica fede. Tra mezze confidenze e ragionamenti sui frequentatori di quelle località, ai Carabinieri è venuta una mezza idea su chi potesse essere stato l’autore di quelle incursioni e, fra i sospettati veniva incluso anche il giovane straniero che percorre solitamente una di quelle strade per raggiungere il casale presso il quale abita e lavora.
I militari dell’Arma non avevano motivi sufficienti per chiedere al magistrato un decreto di perquisizione e avrebbero voluto risolvere la questione senza la lunga e laboriosa trafila del dover prima farsi autorizzare dall’autorità giudiziaria i complicati accertamenti che, tramite società telefoniche, conducono ad individuare la carta Sim associata ad un apparecchio telefonico. I Carabinieri si appostavano pertanto lungo una delle strade percorse dal sospettato e, nel corso di un normale controllo alla circolazione stradale, lo fermavano mentre viaggiava a bordo della propria autovettura. Dopo le verifiche di rito su patente, libretto e efficienza dell’autovettura, il Maresciallo gli chiedeva d l suo cellulare. Il rumeno consegnava il proprio apparecchio telefonico con assoluta e certo simulata serenità, sperando forse che la richiesta fosse del tutto casuale. Direttamente sul posto il sottufficiale andava a verificare il numero Imei dell’apparato, così da poter accertare la corrispondenza con uno dei numeri che si era annotato e che si riferivano a due telefonini rubati, nel caso di specie ad una ragazza che aveva partecipato alla raccolta delle olive del nonno.
Lo straniero veniva immediatamente condotto in caserma dove gli si faceva eleggere domicilio per gli atti successivi alla denuncia per ricettazione, che sarebbe subito stata inoltrata alla Procura della Repubblica di Siena. I militari si facevano anche autorizzare dal pubblico ministero una perquisizione domiciliare in casa del denunciato, dove però i militari dell’Arma non rinvenivano ulteriore refurtiva. Si tratta dell’ennesima denuncia per ricettazione di un telefonino rubato. In altri casi l’opera di ricerca è stata più complessa, perché alle volte associare una Sim ad un telefonino non basta, in quanto utilizza quella Sim chi non ne è titolare. Occorre allora compiere ulteriori passi di ricerca che possono essere molto laboriosi, specialmente quando si tratti di stranieri, rintracciabili magari in grandi città più o meno lontane.