Premi per il merito: lo scivolone dell'Università di Siena

Di Redazione | 4 Gennaio 2017 alle 18:05

Premi per il merito: lo scivolone dell'Università di Siena

Il dato peggiore d’Italia è per l’ateneo senese che perde il -39,4%

Premi in arrivo per le città più meritevoli, peccato che la Toscana esca dalla battaglia fortemente ammaccata.

Lo scivolone più grande è per l‘Università di Siena che, con il suo -39,4%, fa la peggiore performance d’Italia in termini relativi e, almeno sulla carta, deve rinunciare a 11 milioni e 246.291 euro rispetto al 2015.

In realtà la perdita complessiva, grazie agli aggiustamenti previsti dal Miur, sarà di “appena” 700mila euro. Segno meno anche per l’Università per Stranieri di Siena con -1%

L’ex rettore Angelo Riccaboni, in carica nel periodo cui fanno riferimento i dati, ci tiene subito a tranquillizzare. “In realtà perdiamo circa 700mila euro rispetto allo scorso anno. Una cifra sostenibile, in linea o addirittura inferiore rispetto a quella di altri atenei”

Gli 11 milioni in meno non ci saranno: il Ministero prevede degli interventi perequativi che ci consentono di assestarci su valori ammissibili.”

“ll calo dipende da due fattori. In primo luogo bisogna guardare l’indicatore relativo al reclutamento dei docenti. Questo parametro ci ha fatto perdere circa quattro milioni. Abbiamo potuto ricominciare ad assumere solo nel 2015-16 reclutando 130 persone. L’altro fattore cui è dovuto il calo dipende dal cambiamento dell’esercizio di valutazione.”

“Il rammarico è che sia passato un meccanismo per cui il Ministero ha penalizzato gli atenei che non hanno assunto quando in realtà è stato il Ministero stesso a impedirci di assumere”.

“Come spesso accade quando si cambia radicalmente un sistema di valutazione ci sono state delle discrepanze – spiega il rettore dell’Università di Siena, Francesco Frati – nel 2011-2014 abbiamo reclutato pochissimi docenti a causa delle condizioni critiche in cui si trovava l’ateneo.

Questo si è rivelato sfortunatamente e ingiustamente una penalizzazione. Ora dobbiamo investire in ricerca per aumentare il livello quantitativo e qualitativo dei nostri docenti e abbiamo già un piano avviato”. 



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