E’ stato Luca Garosi a presentare la brillante carriera di Angelo Riccaboni che ha fatto conoscere Siena nel mondo essendo protagonista nel dibattito nazionale e internazionale sui temi della sostenibilità ambientale e sociale e dell’innovazione nel settore agroalimentare, e per il ruolo ricoperto nel risanamento e rilancio del nostro Ateneo quando ne fu Magnifico Rettore.
La presentazione
Come presentatore ho il piacere e l’onore di illustrare il contributo fornito da Angelo Riccaboni nel far conoscere Siena nel mondo. Tale apporto deriva dall’essere un protagonista nel dibattito nazionale e internazionale sui temi della sostenibilità ambientale e sociale e dell’innovazione nel settore agroalimentare nonché dal ruolo ricoperto nel risanamento e rilancio del nostro Ateneo quando ne fu Magnifico Rettore.
Prima vorrei ricordare che il nostro premiato è Professore Ordinario di Economia aziendale presso l’Università di Siena dal 1999, insegnando le tematiche del governo e controllo aziendale nell’ambito dei programmi della Scuola di Economia e Management Richard Goodwin. Alla stessa struttura, allora Facoltà di Scienze Economiche e Bancarie, o Economia e Banca, come si diceva a Siena, è stato iscritto alla fine anni ’70, partecipando intensamente alla vita studentesca, fra San Francesco, Piazza del Campo, la mensa nuova e la mensa vecchia, e l’Acqua Calda, dove risiedeva. Tale esperienza è stata molto formativa e positiva, anche perché gli ha permesso di conoscere Rebecca, che sarebbe diventata la fondamentale metà della sua vita. Rebecca, insieme a nuove amicizie, che nel tempo si riveleranno solidissime, e a ottimi risultati degli studi, con il superamento di tutti gli esami con la votazione di 30 o 30 e lode, rendevano meno pesante la distanza dagli amati genitori e dalla sorella Nicoletta, a lui sempre vicini dalla città natale di La Spezia con i loro consigli e il loro affettuoso supporto. Angelo riusciva bene anche nelle attività post-studio, organizzando per anni, insieme agli inseparabili amici Egidio e Paolo, le feste studentesche del mercoledì sera al Tom Cat, locale, qualcuno forse lo ricorda, situato in Via dei Termini.
I medesimi studenti ottennero dal Consiglio di Amministrazione dell’Ateneo l’autorizzazione a produrre felpe con lo storico logo dell’Università, anticipando un merchandising che in seguito si consolidò in molte città universitarie, compresa la nostra. Fra le passioni dei tempi universitari rientrava certamente il calcio giocato. Dopo varie squadre dilettanti e amatoriali, Angelo si considera ancor oggi un giocatore di football, militando nella Piallaghese, un gruppo di amici che si ritrovano la domenica per condividere sul campo il loro amore verso il pallone di cuoio, che rimane forte malgrado le inevitabili difficoltà del tempo che avanza. Angelo ammette che assai inferiore è invece il suo talento nella pallacanestro, esibito con risultati altalenanti, direi, prima nei tornei universitari e successivamente nelle partite di un gruppo di amici della Civetta, cui partecipava con agonismo e il piacere di ritrovarsi, dopo la partita, di fronte al classico piatto di tortellini in società. Da metà anni ’90, infatti, aveva iniziato a frequentare la Contrada, accompagnando l’adorata figlia Giulia, civettina doc nata in Via del Refe Nero.
La sua costante presenza lo aveva presto portato ad essere parte della nostra comunità, nei cui confronti ha sempre espresso grande attenzione e rispetto. Passando alla carriera professionale di Angelo, preparando queste note, mi sono domandato cosa accomunasse le varie esperienze da lui maturate. Sono giunto alla conclusione che la risposta spesso risieda nell’aver individuato per tempo le tematiche di ricerca ed accademiche destinate a divenire rilevanti. Aver giocato di anticipo gli ha consentito di maturare competenze e soluzioni che, insieme alla sua indubbia tenacia e semplicità, hanno contribuito a fargli raggiungere brillanti risultati.
Dopo la laurea con lode in Scienze Economiche e Bancarie nel 1985, Angelo fu infatti uno fra i primi ricercatori economico-aziendali italiani a condurre i propri studi in una prospettiva internazionale, riuscendo ad essere ammesso in fruttuosi percorsi di ricerca alla Harvard Business School, New York University e Columbia University. Nel 1989 vinse un bando internazionale per una posizione di lecturer, presso l’Università di Bangor in Gran Bretagna e fu fra i primi economisti-aziendali a pubblicare su autorevoli riviste internazionali e a ricoprire ruoli di guida nelle istituzioni europee del proprio settore scientifico. Anche il tema approfondito nel dottorato di ricerca frequentato presso l’Università di Pisa, sotto la preziosa guida di Giuseppe Catturi, costituito dalle innovazioni nella valutazione e gestione delle performance aziendali, sarebbe diventato un argomento sempre più centrale nel dibattito nazionale e internazionale, per la crescente rilevanza degli impatti ambientali e sociali delle aziende. In linea con tale impostazione, in seguito è stato visiting scholar in molteplici atenei internazionali, fra cui HEC (Haute Ecole de Commerce) a Parigi, London School of Economics, University of Southern California a Los Angeles, INSEAD a Parigi, DePaul University a Chicago, Tsinghua University a Pechino e componente del Comitato editoriale o scientifico di molteplici riviste internazionali, oltre che nazionali. Il contributo al confronto sui temi della sostenibilità si è sostanziato non solo in molteplici articoli e monografie ma anche, agli inizi dello scorso decennio, con la partecipazione al processo di definizione dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, come componente del Comitato Direttivo della rete SDSN (Sustainable Development Solutions Network) promossa dalle Nazioni Unite.
Il suo impegno lo portò a partecipare alla storica Assemblea Generale dell’ONU del 25 settembre 2015 che vide il Papa e i leader di 193 Paesi condividere tale Agenda e i suoi 17 Obiettivi, indispensabili per un ambiente più sostenibile e società più eque. Tutto ciò consente ad Angelo di portare a buon diritto il nome di Siena nel dibattito in corso a livello nazionale e internazionale su tematiche sempre più cruciali per il nostro futuro, sottolineando da tempo la necessità che anche le aziende contribuiscano alla giusta transizione ecologica ed evidenziando le opportunità che le imprese e i territori possono cogliere da tale evoluzione. Quando, in molteplici interventi cittadini, nello scorso decennio sottolineava che la sostenibilità poteva essere fonte di preziose occasioni di sviluppo economico e sociale per il nostro contesto, da lui spesso definito ‘icona globale della sostenibilità’, spesso era visto come un visionario. Oggi, invece, siamo tutti convinti che tale opportunità esista e stia solo a noi coglierla. Per valorizzare il patrimonio culturale e ambientale del nostro territorio, Angelo ha portato a Siena l’importante iniziativa nazionale ‘Insieme per gli SDGs’ (Obiettivi di Sviluppo Sostenibile), in collaborazione con il Comune di Siena e il Ministero degli Affari Esteri, e ha organizzato molteplici eventi e percorsi formativi, come Agrifood Next, forum per promuovere l’innovazione sostenibile in tale settore, e la ‘Siena International School on Sustainable Development’, in collaborazione con l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASVIS), nel cui ambito coordina il Gruppo di lavoro nazionale sull’Obiettivo di sostenibilità numero 2 relativo ai sistemi agroalimentari.
La capacità di “giocare di anticipo” fu chiara anche quando, dieci anni fa, iniziò il percorso di costruzione del più importante e ambizioso Programma di ricerca e innovazione mai lanciato nel Mediterraneo, PRIMA, Partnership for Research and Innovation in the Mediterranean Area, focalizzato sui sistemi agroalimentari. In quegli anni, pochi avevano colto ancora la centralità dell’agrifood per il domani delle nostre società. Dopo 4 anni di lavoro su incarico del Ministero dell’Università e della Ricerca, a Bruxelles e nelle diverse capitali del Mediterraneo, nel 2017 la Fondazione di diritto spagnolo PRIMA fu finalmente creata a Barcellona. La sua missione era di attuare l’agenda strategica nel frattempo condivisa fra i rappresentanti di 19 Paesi euro mediterranei e della Commissione Europea, con un budget di mezzo miliardo di euro fornito paritariamente dall’Unione Europea e dai governi partecipanti, e assegnato mediante bandi competitivi annuali di circa 70 milioni di euro.
L’elezione di Angelo Riccaboni alla presidenza di tale istituzione con voto unanime di tutti i rappresentanti dei Paesi euromediterranei fu un chiaro segnale di apprezzamento del lavoro svolto. Fiducia peraltro ben riposta, perché sotto la sua guida, PRIMA è diventata un protagonista del dibattito internazionale sui sistemi agroalimentari, la cui sostenibilità e resilienza è oggi al centro dell’attenzione generale, come dimostrato anche dal Food System Summit recentemente organizzato a Roma dalle Nazioni Unite, FAO e Governo Italiano, evento in cui Angelo ha rivestito un ruolo di rilievo. Anche il recente Rapporto indipendente di valutazione di PRIMA, redatto dalla Commissione Europea per il Consiglio e il Parlamento Europeo, sottolinea i molteplici risultati positivi raggiunti e il prezioso ruolo del Programma nel dialogo fra i Paesi delle due coste del Mediterraneo. La lampadina gialla con la spiga, logo di PRIMA, è ormai conosciuta ovunque nel sistema agroalimentare mediterraneo. Oltre duecento, infatti, sono i progetti di ricerca e innovazione finora finanziati per promuovere l’agricoltura sostenibile, l’uso efficiente dell’acqua e la valorizzazione delle filiere agroalimentari, cui partecipano più di duemila centri di ricerca, imprese e organizzazioni noprofit di tutti i Paesi del Mediterraneo. PRIMA e il Segretariato Italiano di PRIMA, ospitato dal Santa Chiara Lab dell’Università di Siena, ricoprono un ruolo centrale anche nelle attività di cooperazione internazionale del governo italiano, partecipando a missioni di altissimo profilo di Diplomazia del Cibo svolte dal Ministero degli Affari Esteri nelle capitali del Mare Nostro per stabilire ancor più intense e positive relazioni valorizzando le più rilevanti esperienze italiane nell’agrifood.
L’impegno di Angelo e dell’Università di Siena in tale settore è stato riconosciuto anche nell’ambito di Agritech, il Centro Nazionale creato per diffondere l’innovazione nelle imprese agroalimentari e finanziato dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Angelo coordina, in particolare, le attività volte a misurare con precisione e a valorizzare la tracciabilità dell’origine e la sostenibilità delle produzioni agroalimentari, con un budget di 40 milioni e la partecipazione di ricercatori di tredici università e centri di innovazione e di oltre 800 aziende nazionali. Di rilievo, sul tema agrifood, anche la guida del ‘Gruppo di lavoro delle imprese’ nell’ambito del Tavolo Nazionale sulla Sicurezza Alimentare, costituito dal Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione Internazionale, e la direzione scientifica della Fondazione Siena Food Lab, recentemente creata dall’Università di Siena e dalla Fondazione MPS per promuovere l’innovazione del sistema agroalimentare senese, cui partecipano anche associazioni e alcune decine di aziende agricole.
Fra i risultati di maggior rilievo ottenuti da Angelo per la nostra città rientrano certamente il risanamento e il rilancio dell’Università di Siena operati quando ricoprì la carica di Rettore dal 2010 al 2016. Tale incarico fu svolto, peraltro, dopo positive esperienze come Preside della Facoltà di Economia Richard Goodwin, Presidente del Nucleo di valutazione di Ateneo, Pro-rettore per il Polo Universitario Aretino, e Presidente della Conferenza dei Presidi delle Facoltà di Economia e Scienze Statistiche Italiane, allorquando introdusse, fra l’altro, l’armonizzazione delle prove di verifica per l’ammissione alle Facoltà di Economia italiane. Come ricordiamo tutti, l’Ateneo a fine anni Duemila soffriva di gravissime difficoltà finanziarie e reputazionali, in un contesto locale apparentemente felice. I riflettori nazionali e senesi erano tutti puntati su una crisi che sembrava irreversibile. Il pagamento degli stipendi era a rischio e l’ipotesi di commissariamento dell’Istituzione da parte del Governo, impegnato in una profonda riforma del settore universitario, era ritenuta da molti osservatori assai vicina. Malgrado le notevoli difficoltà esistenti, con tenacia e determinazione Angelo guidò l’Ateneo fuori dalla crisi, basandosi sulla convinzione che all’indispensabile razionalizzazione della spesa andassero affiancate iniziative innovative capaci di assicurare lo sviluppo dell’Ateneo. In questo modo non solo si sarebbero create le premesse per un futuro migliore ma si sarebbero anche rafforzati il senso di direzione e il sentimento di appartenenza che inevitabilmente stavano vacillando. Tale approccio si sostanziò, fra l’altro, nel lanciare molteplici corsi di studio offerti in lingua inglese; nell’introdurre novità come il Graduation Day per celebrare i neo-laureati, il Career Day di Ateneo per mettere in diretto contatto gli studenti con il mondo del lavoro, la Cerimonia del Tocco per accogliere i nuovi professori e l’Associazione dei Laureati dell’Ateneo per facilitare il networking e lo scambio di esperienze fra chi aveva condiviso lo stesso Studium; nel creare il centro di innovazione interdisciplinare Santa Chiara Lab; nel promuovere le competenze trasversali e la didattica a distanza; nell’includere la sostenibilità fra le priorità della Pianificazione strategica di Ateneo; e nell’esternalizzare la gestione della Certosa di Pontignano, struttura identitaria dell’Università e della città, che così rimase di proprietà dell’Ateneo.
Grazie a tale visione e all’impegno di Angelo fra Siena, Roma, Firenze e Bruxelles, al supporto degli Organi di governo dell’Università, al prezioso lavoro dei Direttori Generali Ines Fabbro e Marco Tomasi, del pro-rettore Francesco Frati, che poi proseguì efficacemente il rilancio dell’Ateneo, e dei delegati, nonché in virtù dell’abnegazione del corpo docente e del personale tecnico-amministrativo, l’Ateneo sovvertì le previsioni più diffuse e ce la fece ad uscire da quel tunnel, proprio mentre altre istituzioni cittadine, purtroppo, entravano in situazioni di forte difficoltà. Utili per il rilancio furono anche la nomina di Angelo nel Consiglio Direttivo dell’Associazione delle Università Internazionali e quella a Presidente della Fondazione CRUI, Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, segnali di fiducia e attenzione nei confronti del nostro Ateneo, attraverso cui, fra l’altro, fu rafforzato il rapporto con le imprese, specialmente attraverso l’Osservatorio CRUI Università-Imprese da lui creato.
Alla fine, l’Istituzione che sembrava avere minori prospettive è diventata centrale per il futuro della nostra città. Se l’Ateneo non fosse uscito da quella pericolosa situazione, Siena si sarebbe trovata ulteriormente impoverita da un punto di vista culturale ed economico. E le ingenti risorse finanziarie e le interessanti opportunità di sviluppo recentemente collegate al Piano Nazionale Ripresa e Resilienza e al Biotecnopolo avrebbero trovato strade diverse da quelle del nostro territorio. In questi anni, Angelo ha ricoperto importanti ruoli in istituzioni e imprese, sostenendo l’esigenza di conciliare i temi del buon governo con l’attenzione alle questioni della sostenibilità ambientale e sociale. Vanno ricordate, fra le altre, le esperienze di Presidente della Società Italiana dei Docenti di Ragioneria ed Economia Aziendale, della Fondazione Achille Sclavo di Siena e del Collegio Sindacale del Fondo Interprofessionale Banche e Assicurazioni; e quelle di Componente del Consiglio di Amministrazione della Banca Monte dei Paschi di Siena, dal 2017 al 2020; del Collegio Sindacale della Banca d’Italia; del Consiglio di Amministrazione dell’Università Bicocca; del Sustainability Stakeholder Panel di Edison Italia; e del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Smith Kline. Più recente, invece, è la nomina a Senior Research Fellow alla Luiss Business School. La passione per l’innovazione e le nuove sfide lo hanno anche portato, un paio di anni fa, a fondare uno spin off universitario, Santa Chiara Next, a supporto della sostenibilità ambientale e sociale delle aziende. In tali contesti, così come nell’ambito degli incarichi nelle istituzioni accademiche, Angelo ha sempre ritenuto prioritario promuovere lo spirito di gruppo e valorizzare il contributo dei collaboratori, nella consapevolezza che solo con la fiducia e la condivisione si possono raggiungere i migliori risultati.
A riconoscimento del suo prolungato ed efficace impegno accademico e istituzionale, nel 2021 è stato insignito dell’onorificenza di Commendatore della Repubblica Italiana. In sintesi, credo che da questa pur veloce descrizione emergano esplicitamente le ragioni per cui Angelo Riccaboni ha contribuito a far conoscere Siena nel nostro Paese e nel mondo. Spero di essere stato chiaro nel rappresentarvele in un’occasione così importante. Vorrei cogliere l’occasione per ringraziare Angelo dell’amicizia che ci unisce, rinsaldata dal comune amore per la Civetta, e il Concistoro del Monte del Mangia e tutti Voi per l’ascolto che mi avete dedicato in questa giornata di festa.