Il sindaco risponde all’interrogazione di Piccini sul futuro di Fruendo: potrebbe concentrarsi solo su Roma e Milano
Ripercorrendo le vicende relative alla costituzione della società “Fruendo”, partecipata al 60% da Bassilichi e al 40% da Accenture e nella quale, a partire dal 2014, sono stati esternalizzati oltre mille dipendenti di Banca MPS, nella seduta consiliare di ieri Alessandro Piccini ha presentato un’interrogazione, sottoscritta anche da Maria Isabella Becchi, per ottenere informazioni sul destino dei suoi lavoratori.
Piccini ha affermato che, a causa delle turbolenze del mercato e delle difficoltà del committente Banca MPS, la proprietà di Fruendo ha deciso di cedere il controllo del gruppo. A manifestare interesse l’Istituto Centrale delle Banche Popolari Italiane (Icbpi), ma la trattativa si è arenata di fronte al numero esorbitante di cause intentate dai lavoratori esternalizzati, che hanno vinto in primo grado già in 350 casi individuali su 720 procedimenti avviati. La situazione per i dipendenti, secondo il consigliere, rischia di aggravarsi comunque, perché anche se la trattativa si chiudesse, restano i dubbi sull’interesse della nuova società a mantenere sette poli su tutto il territorio nazionale, mentre per economicità potrebbe concentrarsi al massimo su due, a Roma e a Milano. Piccini ha quindi chiesto al sindaco conferma di quanto riportato e se sia convinto che l’esternalizzazione in oggetto sia stata strategica per MPS. Inoltre, se non intenda esercitare il suo peso istituzionale per favorire una conclusione più positiva per tutelare i cittadini direttamente interessati.
Il sindaco ha risposto che le numerose sentenze che stanno invalidando la legittimità di questa cessione di un ramo d’azienda da parte di Banca MPS evidenziano che la banca ha sbagliato approccio.
Nell’informare delle raccomandazioni fatte sia a Viola sia al nuovo ad Morelli affinché siano trovate soluzioni per prevedere condizioni contrattuali analoghe tra i dipendenti rimasti nella Banca e quelli che sono stati spostati a Fruendo, ha reso noto che anche a lui risulta in stato avanzato un’operazione importante di cessione di quote che cambierebbe la compagine azionaria della proprietà.
Per quanto in suo potere il sindaco chiederà a tutti i soggetti coinvolti che si esca dal braccio di ferro giudiziario per andare, nell’interesse di tutti, verso una fase di contrattazione e concertazione. L’eventuale rientro dei dipendenti ex MPS nella Banca, anche alla luce del recente piano industriale, non sarebbe cosa facile visto l’obiettivo del ridimensionamento degli organici.
Il primo cittadino ha quindi ribadito che avere sul territorio una società leader in campo nazionale nel campo della monetica, dei sistemi di pagamento, con serie possibilità di proiezioni anche all’estero, sarebbe una grande opportunità anche per future prospettive occupazionali e di sviluppo. A questo scopo sarà importante che oltre ai contratti di servizio con Banca MPS, Fruendo riesca ad aggiudicarsi commesse anche con altre banche e soggetti finanziari, in modo da svincolarsi da un’eccessiva dipendenza da MPS. Le cause ancora aperte non fanno certo bene a questa prospettiva Un auspicio, da parte del primo cittadino, di lavorare per una soluzione che oltre a soddisfare le aspettative legittime dei dipendenti, possano essere da volano di espansione occupazionale del territorio.
Alessandro Piccini nell’esternare difficoltà nel comprendere l’operazione effettuata con Fruendo, ha sottolineato come il sostegno politico doveva giungere prima del coinvolgimento dei dipendenti. Auspicando, come il sindaco, la nascita di una grande società, ha richiamato tutti a un ulteriore sforzo, affinché si possa giungere ad una soluzione positiva.