E’ stato presentato questo pomeriggio, in un affollatissimo Cortile del Podestà, il drappellone realizzato da Marco Lodola per il Palio del 16 agosto.
Protagonisti del drappellone di Lodola, come era immaginabile, sono i colori, colori decisi e brillanti, caratteristici dell’artista e il cavallo rampante nero che contrasta al centro, stagliandosi sulla folla di persone senza volto, così come la Madonna, avvolta in un vestito rosso e con il mantello blu.
L’opera è stata presentata dall’illustratore senese Benedetto Cristofani. Ecco la sua analisi.
“La Madonna si eleva sul popolo staccandosi dalla massa e, come da tradizione, va ad occupare la parte superiore del Drappellone. Nella parte inferiore gli stemmi delle contrade sono rappresentati con le loro iconografie per renderli immediatamente identificabili, secondo il criterio della maggiore leggibilità dell’opera. È però nella parte centrale che emergono i due elementi fondamentali di questo palio: il cavallo e il popolo.
Il cavallo è l’elemento dominante che sta al centro della scena. E’ la star del Palio. L’idolo che viene venerato. Il suo colore è nero, simbolo del potere. Assorbe l’energia e le emozioni del popolo come un buco nero e, allo stesso tempo l’attenzione di chi, come noi in questo momento, sta guardando il Drappellone. Ha il magnetismo metafisico del monolite di “2001: Odissea nello spazio”, è la pietra filosofale che il popolo desidera possedere per arrivare all’immortalità anche solo per brevi istanti.
Data la natura pop dell’opera, non poteva che avere un ruolo importante il Popolo.
Questo viene raffigurato come una texture piatta e colorata. Un tappeto di volti anonimi uguali tra loro che fa da sfondo. È come il pubblico che assiste ad un concerto rock, una moltitudine che ondeggia al ritmo dello stesso battito e della stessa emozione. In apparenza visivamente subordinato al cavallo, è invece anch’esso protagonista. Il cavallo infatti deve tutto il suo potere magnetico e il peso della sua massa pittorica alle vibrazioni e ai colori che dal popolo assorbe. E’ la connessione reciproca e complementare tra popolo e cavallo il centro concettuale dell’opera.
La Piazza del Campo e altri elementi architettonici della città non sono presenti.
È il popolo che diventa superficie, spazio e luogo stesso di tutta la rappresentazione.
Ed è dentro la marea delle sue emozioni che si accende e si celebra la festa del Palio”.