Presentato il VII rapporto agromafie e caporalato. Berti: "Siena non è indenne, qui c'è un caporalato legale"

"VII Rapporto Agromafie e Caporalato" realizzato dall'Osservatorio Placido Rizzotto in collaborazione con la Flai Cgil, alla presentazione è intervenuto anche il professor Fabio Berti, docente dell'Università di Siena e co-autore del volume

Di Lorenzo Agnelli | 10 Aprile 2025 alle 21:00

Irregolarità lavorativa in agricoltura, emergenza del lavoro povero nel settore, collegamento tra precarietà e sommerso, vulnerabilità delle lavoratrici agricole e legame tra sfruttamento e violenza di genere. Sono questi i temi trattati e presentati nel VII Rapporto Agromafie e Caporalato, realizzato dall’Osservatorio Placido Rizzoto in collaborazione con la Flai Cgil. Un settore che in Italia vale 73,5 miliardi di euro, dove sfruttamento e lavoro nero però sono all’ordine del giorno. Anche la nostra provincia però non è indenne da situazioni di illegalità e sfruttamento come sottolinea il co-autore del volume e docente all’Università di Siena Fabio Berti.

“Contrariamente all’immaginario collettivo secondo il quale Siena è salva dal caporalato, in realtà anche nel nostro territorio ci sono forme di sfruttamento del lavoro, anche forme di caporalato – spiega il professor Fabio Berti -. In un lavoro che abbiamo pubblicato parliamo di nuove forme di caporalato, per distinguerlo da quelle dinamiche che avvengono purtroppo nel Sud Italia. Qui c’è un ‘caporalato legale’ che ruota intorno al cosiddetto contoterzismo. Anche da noi ci sono paghe molto basse, al di sotto di quanto previsto dai contratti di lavoro, ci sono ore di lavoro decisamente superiori rispetto a quelle pagate, ci sono forme di violenza psicologica nei confronti dei lavoratori, ci sono ferie non godute, ci sono scarse tutele per quanto riguarda la sicurezza nei luoghi di lavoro, per cui abbiamo tutto il pacchetto classico dello sfruttamento. Magari non c’è quel fenomeno mafioso conosciuto al Sud, ma non per questo si tratta di dinamiche meno gravi e meno pesanti sulle spalle dei lavoratori”.

È proprio la Flai CGIL di Siena a puntare lo sguardo sulle situazioni di irregolarità e su queste nuove forme di caporalato nella nostra provincia che sono state certificate dalle indagini degli organi giudiziari che hanno scoperchiato sistemi di vero e proprio sfruttamento.

“Questo incontro ci dà l’occasione di avere una lente di ingrandimento più attenta su quello che sta succedendo in questa provincia – spiega il segretario della Flai CGIL di Siena Andrea Biagianti -. Negli ultimi mesi vi sono state molte indagini che hanno fatto emergere casi di sfruttamento e casi di caporalato in provincia, almeno tre nel territorio del Brunello, a Chianciano Terme nel settore ortofrutticolo e nelle campagne senesi, fiorentine e della provincia di Prato. Abbiamo richiesto unitariamente, con tutte e tre le sigle sindacali, alla Prefetta di convocare la prima riunione della Sezione Territoriale della Rete del Lavoro Agricolo di Qualità, perché quella può essere la cabina di regia che ci permette di mettere in campo alcuni interventi concreti”.

Lorenzo Agnelli

Giornalista pubblicista iscritto all'ordine dal 2020. Esperienza nel ruolo prima come corrispondente locale dalla Val d'Orcia e poi all’interno della redazione di Radio Siena Tv. Prendere parte alle discussioni e conoscere a fondo i fatti sono stati i fattori scatenanti della sua personale passione verso il giornalismo, concentrandosi principalmente sui fatti di cronaca che riguardano la collettività, come la politica e le sue incoerenze, materie da spiegare e rendere accessibili a tutti. Ama la città in cui lavora, Siena, e la sua terra, la Val d’Orcia, luogo capace di offrire bellezza paesaggistica ma anche umana, difficile da spiegare, ma che non si stanca mai di raccontare.



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