Siena, il Magistrato delle Contrade, in vista delle ripresa delle udienze penali che coinvolgono numerosi contradaioli in relazione ai fatti del Palio del luglio 2018, è intervenuto pubblicamente per esprimere vicinanza ai contradaioli coinvolti e per condividere alcune riflessioni, in linea anche con quanto già espresso nel maggio 2016 in occasione dell’avvio del procedimento penale conclusosi con la sentenza del Tribunale di Siena – Sez. Pen. – n. 393/2023 relativa al Palio dell’agosto 2015 (27 i contradaioli assolti, 3 i condannati).
E’ ancora in corso il processo “bis” sulle tensioni sul tufo del luglio 2018, che vede 17 contradaioli sotto accusa per rissa, mentre ad alcuni è contestata anche la resistenza a pubblico ufficiale. Si torna in aula ad aprile.
“Se il provvedimento di assoluzione di alcuni contradaioli contenuto nella suddetta sentenza
costituisce comprensibilmente motivo di soddisfazione e liberazione per chi ne è stato destinatario,
preme al Magistrato da un lato esprimere la propria delusione e preoccupazione in ordine ad alcuni
contenuti della sentenza medesima e dall’altro manifestare ancora una volta vicinanza ai contradaioli condannati, a cui rivolge sostegno incondizionato, nonché ai contradaioli che, nei prossimi mesi, saranno interessati dalle suddette udienze – principia il Magistrato – tale vicinanza non è espressione solamente di sentimenti di carattere umano e personale, che comunque costituiscono uno dei fondamenti della nostra civiltà senese, ma trae origine dagli ideali che muovono le azioni di tutte le Consorelle, le quali, come si ebbe modo di sottolineare nel citato Comunicato del 2016, e come più volte riconosciuto dalle molte Autorità che con esse interagiscono, costituiscono “garanzia di coesione sociale, presidio del territorio, partecipazione attiva, capacità diautoregolamentazione” e, proprio per questo, sono elemento imprescindibile di reale sicurezza, sociale e civile”.
Prosegue la nota: “L’attività delle Contrade, che trova nel Palio la sua espressione più autentica ed emozionale, rappresenta una salda certezza per la genuina espressione di una collettività cittadina che si identifica in valori etici e morali indiscutibili (tra cui spiccano il mutuo soccorso e la solidarietà), i quali rappresentano un vero e proprio antidoto rispetto a molte delle problematiche sociali che si manifestano in questo momento storico. In tutte le loro espressioni, anche le più veraci, le Contrade identificano un esempio da rispettare e valorizzare, poiché tutelano un patrimonio umano e sociale che trova in secoli di storia la propria validazione e motivazione, e che arricchisce quotidianamente la realtà cittadina di cui sono elemento insostituibile e indispensabile”.
“I rituali che le caratterizzano ne definiscono la peculiare identità e non possono essere sminuiti e
giudicati decontestualizzandoli dal loro valore storico e sociale e dal luogo – il Campo – in cui si
svolgono – ancora il Magistrato delle Contrade – di questi riti fanno parte anche “la naturale animosità e l’impeto di emozioni contrastanti” che talvolta possono caratterizzare il confronto tra rivali, sempre comunque limitato da sentimenti di correttezza e rispetto, e che, seppure in una cornice di passionalità e spontaneità, mai mettono a rischio la sicurezza sociale. La qualificazione giuridica dei fatti e la responsabilità personale tipica dell’ordinamento penale dovrebbero, a parere di questo Magistrato, tenere conto dei suddetti valori sociali che ispirano il vivere di tutti i contradaioli e l’attività del Magistrato medesimo” si evidenzia.
“Anche le modalità di individuazione dei contradaioli – contraddistinte a una “discrezionalità”, così
definita dallo stesso Tribunale che l‘ha posta a fondamento di parte dell’iter argomentativo che ha
condotto alle assoluzioni – non possono che alimentare i sentimenti di vicinanza e partecipazione di tutta la comunità senese, nella quale è storicamente radicato un saldo spirito di giustizia, che anche in questa sede ci preme richiamare – è il pensiero dei priori – per questi motivi, lo scrivente Magistrato, che dei diciassette popoli rappresenta la collettiva unione di emozione e volontà, intende manifestare, seppur rispettosamente, il proprio disagio e la propria profonda preoccupazione di fronte alle vicende giudiziarie che hanno a lungo coinvolto – e stanno tuttora coinvolgendo – i nostri contradaioli, provandoli fortemente – viene sottolineato – questo Magistrato ha ritenuto di non potersi esimere dalle sopra esposte riflessioni perché, diversamente, non solo mancherebbe a un dovere nei confronti delle comunità che rappresenta, ma verrebbe anche meno quella comunicazione leale e collaborativa con le Istituzioni tutte che, con sincerità e rispetto, siamo certi di manifestare quotidianamente” è la conclusione.