Si è aperto oggi con l’elenco di oltre 1.400 parti civili davanti alla Seconda Corte d’Appello di Milano il processo di secondo grado Mps su alcune operazioni in derivati che secondo l’accusa sarebbero servite a nascondere perdite della banca senese. In primo grado, l’8 novembre 2019, il Tribunale di Milano aveva condannato 13 ex manager di Banca Mps, Deutsche Bank e Nomura, fra i quali l’ex presidente e l’ex direttore generale di Mps Giuseppe Mussari e Antonio Vigni.
Fra queste oltre 1.400 parti civili, rappresentate in aula da 94 avvocati, ha invece ritirato la propria costituzione Fondazione Mps, che già si era accordata in via stragiudiziale con Deutsche e Nomura e che nel luglio scorso ha siglato un accordo con la banca saenese da 150 milioni a risoluzione dei contenziosi legali.
Analoga decisione è stata comunicata oggi in aula da Coop Centro Italia e dalla sua controllata Coofin.
Al centro del processo ci sono presunte irregolarità in operazioni finanziarie (sui derivati Santorini e Alexandria, sul prestito ibrido Fresh e sulla cartolarizzazione Chianti Classico) che, dal dicembre 2008 al settembre 2012, sarebbero servite a occultare le perdite causate dall’acquisto di Antonveneta, costata circa 10 miliardi di euro nel 2008.
I capi di imputazione vanno dalle false comunicazioni sociali all’aggiotaggio all’ostacolo all’Autorità di vigilanza, cioè a Consob e Bankitalia. Sul banco degli imputati non c’è la banca senese che è uscita dal processo con un patteggiamento nel 2016.
Tutti gli imputati hanno sempre respinto le accuse e hanno impugnato la sentenza di primo grado. La prossima udienza del processo d’appello è stata quindi fissata al 24 gennaio, quando prenderà la parola la procura generale.