Il 20 febbraio sarà l’ora della verità per quanto riguarda il secondo filone giudiziario dei derivati Santorini e Alexandria. Giovedì prossimo infatti è fissata l’udienza presso la Corte di Cassazione di Roma del 2° versante processuale per il falso in bilancio, dovuto alla modalità di contabilizzazione dei derivati, nei confronti dell’ex a.d. Fabrizio Viola e dell’ex presidente Alessandro Profumo. Gli ermellini metteranno la parola fine sul procedimento in un senso o nell’altro, dopo che in primo grado a Milano erano state inflitte condanne da sei anni nei confronti degli ex manager Mps, mentre in Corte di Appello c’era stato il clamoroso ribaltone con le assoluzioni con formula piena.
La Cassazione dovrà dunque decidere in via definitiva dopo il ricorso proposto dalla Procura Generale di Milano e da Bluebell Partners, in opposizione alla sentenza dell’11 dicembre 2023. Secondo le accuse, ci sarebbero state presunte irregolarità nella contabilizzazione a bilancio di 5 miliardi di derivati legati alle operazioni di Mps con la tedesca Deutsche Bank e la giapponese Nomura per i derivati “Alexandria” e “Santorini”, i quali tra il 2012 e il primo semestre 2015 sarebbero stati messi a bilancio come operazioni in titoli di Stato attraverso una contabilizzazione “a saldi aperti”. Un modus operandi però considerato lecito dalla Corte di Appello che nelle sue motivazioni ha spiegato che tale apposizione a bilancio era stata a suo giudizio legittima.
Appuntamento dunque al 20 febbraio, le decisioni dei giudici avranno importanti riflessi anche sulla banca in caso di ennesimo ribaltone, in quanto il petitum delle parti civili si aggira sui 630 milioni di euro.