Sarà emessa a metà giugno la sentenza della Corte di Assise del Tribunale di Siena in merito al tragico fatto di sangue di largo Sassetta a Siena, del settembre 2022, quando la signora Annamaria Burrini, 81 anni, fu uccisa e rapinata nella sua abitazione.
Oggi in aula è proseguita la discussione tra le parti, con le repliche del pm rivolte ai difensori degli stranieri a processo, che avevano cercato di ridimensionare le tesi accusatorie nelle loro arringhe.
Il pm Sara Faina ha ribadito la sua linea confermando gli elementi che l’hanno portata, ad aprile, al termine di una lunga requisitoria, a richiedere l’ergastolo con l’isolamento diurno per i due ucraini a giudizio, zio e nipote. Il magistrato ha evidenziato “l’intesa preventiva” tra i due che contemplava la soppressione della Burrini, la quale sapevano conservasse una grossa cifra in contanti in casa. Giunti da lei, dopo aver orchestrato un finto interesse per un fondo della signora, avrebbero prima cercato di addormentarla con un narcotico diluito in un succo di frutta, per poi strangolarla con un laccio portato apposta come arma da usare all’evenienza. Per il pm lo zio sarebbe stato l’esecutore materiale del crimine ma la nipote avrebbe comunque contribuito in tutte le fasi “all’iter criminis e alla dinamica violenta”.
Appuntamento a metà giugno: i legali degli imputati faranno le loro controrepliche al pm, che ha depositato una corposa memoria, poi la Corte si ritirerà per il verdetto. Entrambi gli ucraini rischiano l’ergastolo venendo accusati di rapina e omicidio aggravato dalla premeditazione e dal nesso teleologico (il delitto per conseguire la rapina).