Le problematiche connesse ai rifiuti marini sono riconosciute a livello globale come una delle principali sfide dei nostri tempi, a causa delle loro significative implicazioni ambientali, economiche, sociali, politiche e culturali. Il Mediterraneo è uno dei mari più colpiti dai rifiuti marini al mondo ed è urgente l’implementazione di misure di prevenzione e mitigazione. Adesso un nuovo progetto di ricerca internazionale, di cui è capofila l’Università di Siena, mira a definire un approccio di gestione dell’ecosistema che sia condiviso fra i decision-maker preposti alla pianificazione della gestione Integrata delle zone costiere.Il progetto è coordinato dalla professoressa Maria Cristina Fossi del dipartimento di Scienze fisiche, della Terra e dell’Ambiente.
Il 26 gennaio, alle ore 9.30 si terrà un primo incontro fra i partner del progetto intitolato “Plastic Busters CAP – Fostering knowledge transfer to tackle marine litter in the Mediterranean by integrating EbA into ICZM”.
Il kick-off meeting di mercoledì 26 gennaio sarà aperto dai saluti del Rettore dell’Università di Siena Francesco Frati e della professoressa M. Cristina Fossi, coordinatrice del progetto e vedrà la partecipazione di keynote speakers tra cui: Joumana Sweiss e Laura Righi, di ENI CBC MED Programme; Alessandra Sensi, di Union for Mediterranean.
Plastic Busters CAP mira a facilitare i decisori e le parti interessate nell’affrontare efficacemente il problema dei rifiuti marini.
Il progetto contribuirà a migliorare i servizi ecosistemici attraverso una riduzione di rifiuti marini e inquinamento da plastica nel Mar Mediterraneo e alla riduzione delle emissioni di gas serra con il miglioramento delle tecniche di smaltimento delle materie plastiche. Plastic Busters CAP è un progetto della durata biennale, con un budget totale di 1.109.976,27 milioni di euro ed è co-finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del Programma ENI CBC MED 2014-2020.La ricerca riunisce partner di 7 paesi della regione mediterranea, in particolare da: Egitto, Grecia, Italia, Giordania, Libano, Spagna e Tunisia.Al consorzio di ricerca Plastic Busters CAP, oltre all’Università di Siena, partecipano: Legambiente Onlus, l’Istituto Nazionale di Scienze e Tecnologie (Tunisia), l’Università della Giordania-Aqaba, l’Ufficio d’informazione mediterraneo per l’ambiente, la cultura e lo sviluppo sostenibile (Grecia), il Consiglio Superiore della Ricerca Scientifica – Istituto di Scienze Marine (Spagna), l’ONG “El Rames society for local community” (Egitto) e la Riserva naturale di Tiro (Libano) . Plastic Busters CAP, che capitalizza l’esperienza acquisita attraverso 5 progetti precedenti tra i quali Common e Plastic Busters MPAs, sviluppati nell’ambito del network SDSN MED – Sustainable Development Solutions Network Mediterranean – guidato dall’Università di Siena, è nato all’interno della “Plastic Busters Initiative” di Union for Mediterranean, istituzione intergovernativa che riunisce 42 paesi per promuovere il dialogo e la cooperazione nella regione euromediterranea.