Comparsi oggi di fronte al gip di Siena per l’interrogatorio di garanzia, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere alle domande del giudice i due soggetti di nazionalità cinese (una donna di 37 anni e un uomo di 45) arrestati ieri nell’ambito dell’operazione portata avanti da Polizia Municipale di Poggibonsi e Polizia di Stato di Siena, che ha smantellato un vasto giro di prostituzione cinese con base a Poggibonsi, in località Bernino, ma esteso in tutta la Toscana, con appartamenti dislocati tra Siena, Lastra a Signa, Poggio a Caiano ed Empoli.
I due, promotori di un business da quasi 700mila euro l’anno, sono accusati di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, favoreggiamento della permanenza in clandestinità, falso materiale e sostituzione di persona, e si trovano adesso agli arresti domiciliari a Empoli. Gli inquirenti hanno sgominato un grosso giro d’affari, in continua espansione e ben pubblicizzato in rete, dopo quasi un anno di complesse indagini, scattate dopo le continue segnalazioni dei vicini di casa che lamentavano un continuo viavai di clienti, molti dei quali giovanissimi e provenienti da tutta la provincia: contratti di affitto, intestatari di conti correnti e sim telefoniche risultavano sempre sotto falso nome o riferite a prestanome non rintracciabili, un vero e proprio sistema di scatole cinesi che ha messo a dura prova gli investigatori.
La donna, reputata l’ideatrice del giro, è inoltre sospettata di trovarsi in Italia sotto falso nome da almeno una decina d’anni e di essere dunque clandestina, sono in atto accertamenti per risalire alla sua vera identità.