La protesta dei trattori riparte in tutta Italia. Gli agricoltori si sono rimessi in marcia vicino ai caselli delle autostrade per attirare l’attenzione dei cittadini sul problema agricoltura e cibo. Si riparte dunque da dove eravamo rimasti un anno fa quando gli imprenditori agricoli di tutta Europa avevano sollevato una grande protesta durata giorni con un presidio anche di fronte al parlamento europeo. Dopo un anno da quel grido di protesta nulla è cambiato. Anzi. Le cose sono anche peggiorate ci spiegano gli agricoltori che presidiano la zona del casello A1 Valdichiana a cavallo tra le province di Siena e Arezzo.
“Non siamo più in grado di andare avanti, non riusciamo neanche a fare pari tra costi e ricavi – ci raccontano – la situazione è sempre più critica. I nostri prodotti vengono pagati pochissimo mentre i prezzo al dettaglio quelli che i consumatori devono sborsare quando vanno a fare la spesa sono saliti alle stelle”.
Una situazione sempre più tesa e al limite. “Potremmo tirare avanti ancora un anno ma poi saremo costretti a smettere di lavorare la terra – ci dice amareggiato il responsabile del presidio Valdichiana Fabio Iacomini, agricoltore da cinque generazioni della zona di Cetona – Siamo qui oggi così come in tutta Italia a manifestare e sensibilizzare la gente su quello che sta succedendo, se smettiamo di lavorare io campi non solo mancherà il cibo, ma tutto si coprirà di rovi e i turisti cosa verranno a vedere?”.
COAPI coordinamento agricoltori e pescatori italiani, che è la base dell’organizzazione della protesta, terrà domani a Roma una conferenza stampa per spiegare le motivazioni dell’insostenibilità della produzione agricola.