Questione Mps, CISL Siena: "Strumentalizzazioni e sciacallaggio dalle parti politiche"

"Come CISL affermiamo la nostra posizione: presenza dello Stato, mantenimento del marchio storico e della presenza direzionale su Siena" spiega Anichini

Di Redazione | 8 Dicembre 2020 alle 9:39

Questione Mps, CISL Siena: "Strumentalizzazioni e sciacallaggio dalle parti politiche"

“Il triste periodo che stiamo vivendo in Italia e nel resto del pianeta, causa la pandemia, pensavamo ci avesse insegnato qualcosa di più alto e di più profondo al di là della sua drammaticità sanitaria e sociale: ovvero recuperare valori e principi fermi eticamente responsabili a tutti i livelli”. Inizia così la nota stampa della segretaria provinciale della CISL di Siena Emanuela Anichini in merito alla questione MPS, che riportiamo qui integralmente:

“La vicenda del Monte dei Paschi di Siena sembra non seguire questa strada; è continuamente preda infatti di strumentalizzazioni mediatiche opinabili e contradditorie, di speculazione di mercato nonché oggetto di sciacallaggio in mano alle varie parti politiche che ci governano, anzi, ancor peggio, all’interno delle proprie fazioni che non si limitano a dividersi scandalosamente senza mai trovare una sintesi convincente e garantista per l’economia del paese”.

“Nessuno in sintesi pare preoccuparsi delle reali ricadute rispetto ad un operazione di mercato (fusione con Unicredit) che provocherebbe macelleria sociale, occupazionale e di immagine del nostro settore bancario in Italia e in Europa; al di là di alcune prese di posizione dell’ultima ora, autorevoli e apprezzabili, che hanno puntato il dito non solo su questi argomenti sopraesposti, ma anche ribadendo la catastrofe che andrebbe a ricadere sul nostro territorio, nel suo indotto e in particolar modo colpendo le nuove generazioni”.

“L’operazione che “qualcuno” starebbe studiando a tavolino, con mosse repentine, maldestre e facilmente interpretabili anche da semplice uomo della strada, consegnerebbe di fatto il Monte dei Paschi di Siena nelle mani di un colosso bancario paneuropeo, con l’obbiettivo primario di cancellarne la sua storia e la sua identità, mettendo così una pietra tombale sugli errori del passato, non certo imputabili ai lavoratori della banca, che hanno dimostrato da anni sensibilità, orgoglio, maturità e fidelizzazione.
Questa accelerazione (ricordiamo che per l’uscita dello Stato dal capitale MPS è possibile arrivare a Primavera 2022 secondo quanto avvallato dal Presidente Conte) pur nella consapevolezza degli impegni assunti con l’Europa, appare contraddittoria nella tempistica e nella sostanza rispetto tra l’altro ad un nuovo piano industriale in fase di studio e definizione a cui sta lavorando il Management dell’azienda, convintamente e in accordo con il CDA, per la maggior parte espressione dell’attuale socio di maggioranza, ovvero il governo (seconda pesante contraddizione)”.

Come CISL di Siena non possiamo che riaffermare la nostra posizione intransigente e ferma: presenza dello stato, alla luce dell’operazione di ripulitura degli NPL, mantenimento del marchio storico e della presenza direzionale su Siena, tutto ciò perlomeno fino a quando non si presentino reali possibilità di ripresa e di accordo paritario che non mortifichi il nostro territorio”.

Inoltre per garantire, come espressamente ribadito da altri soggetti, un tessuto finanziario e economico in primis sulla nostra realtà storica (Siena e regione Toscana) a copertura delle piccole e medie imprese, asse portante dell’economia del centro Italia e del lavoro in generale.
Per questi motivi, forse per taluni banali e scontati ma per noi linfa vitale, come sindacato, riteniamo improcrastinabile e inderogabili applicare nuove regole per un reale senso di discontinuità, non solo rispetto alla politica del paese e in riferimento alla classe dirigente che lo governa, ma particolarmente rispetto al settore del credito che nell’era moderna deve dimostrare tutta la sua integrità e efficienza, accantonando cosi definitivamente dinamiche politiche nefaste che nel recente passato ne hanno inquinato l’iniziale mission.
Infatti i proclami che ci hanno propinato ossessivamente (leggi “La politica deve stare fuori dalle banche”) alla fine si sono rivelati incredibilmente vuoti di significato e mendaci, forse a giustificare errori strategici, e non solo, perpetrati negli anni a danno di una banca che risulta comunque essere la più antica di Europa.
Chi dunque oggi volesse avallare operazioni di “finto salvataggio”, si dovrà pure accollare la colpa morale, non solo di aver distrutto una storia secolare, ma di aver precluso un respiro e un futuro dignitoso alle attuali e future generazioni del territorio, della Toscana tutta e dell’Italia centrale”.



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