Sconfiggere l’emergenza idrica per l’agricoltura in Val d’Orcia è possibile. A stabilirlo è un progetto dell’Università di Firenze, che coinvolge i Comuni della Val d’Orcia, e che ha l’ambizione di dotare tutte le aziende agricole, entro il 2040, dei mezzi necessari per contrastare la siccità attraverso una gestione integrata del territorio e l’accesso a una fonte affidabile di acqua, in modo da garantire una produzione agricola sostenibile di alta qualità.
“I cambiamenti climatici, che sono sotto gli occhi di tutti, impongono anche delle scelte diverse per quanto riguarda l’approvvigionamento idrico – spiega il progetto il sindaco di Radicofani Francesco Fabbrizzi -. Ogni coltura dovrà avere un tipo di irrigazione o comunque avere l’irrigazione di sostegno e di supporto, perché il clima è cambiato. I ricercatori dell’Università di Firenze, che hanno analizzato il territorio della Val d’Orcia, hanno capito che i laghetti artificiali, di cui il territorio è disseminato, possono supportare l’agricoltura nei prossimi anni. Credo che sia una buona opportunità per gli agricoltori che già da tanti anni usano questo metodo dei piccoli invasi”.
Il progetto verrà presentato domani al teatro di Radicofani che vedrà a contatto aziende agricole, mondo accademico, istituzioni e cittadini. L’utilizzo dei laghetti collinari e di altre fonti non convenzionali per l’irrigazione sarà fondamentale per contrastare la siccità, ma insieme a questo proprio il Sindaco di Radicofani torna a parlare anche della diga di San Piero.
“Avere tanti piccoli invasi probabilmente sarà una delle soluzioni, anche se io penso che il completamento della Diga di San Piero non sia da abbandonare come progetto, perché darebbe tante risposte. Percorrere queste due strade, degli invasi idrici e della diga, secondo me, sarà di vitale importanza per tutto il territorio della Val d’Orcia”.