“La geotermia solo nelle zone vocate e previste dagli strumenti urbanistici del Comune”. E’ la posizione del consiglio comunale di Radicondoli che, con i voti della maggioranza ed un parte della minoranza, ha votato la mozione del gruppo Energie per Radicondoli dedicata al permesso di ricerca di risorse geotermiche per la sperimentazione di impianti pilota denominato “Lucignano”. Del resto l’area interessata dal permesso ricade nelle “Aree escluse dalla ricerca ed alla coltivazione delle risorse geotermiche” approvate a Radicondoli già nel 2009.
“Il consiglio ribadisce – si legge nel testo – la contrarietà di questa amministrazione al progetto “Lucignano” e chiede al sindaco di inviare la memoria al presidente del Consiglio dei Ministri come riflessione sul rispetto delle articolate vocazioni del territorio di Radicondoli ed un’attenta valutazione del valore irrinunciabile dell’equilibrio posto tra le esigenze e le potenzialità produttivo- industriali e i valori paesaggistico-ambientali, auspicando il rigetto del permesso di ricerca Lucignano”.
Nello stesso tempo il consiglio comunale conferma la propria disponibilità a continuare: “A dare il proprio contributo alla politica energetica nazionale, confidando in uno sviluppo della geotermia nel pieno rispetto del principio di precauzione e delle aree non idonee – c’è scritto nella mozione – fermo restando il rispetto dei vincoli e della pianificazione paesaggistico- ambientale nazionale e regionale. L’auspicio è che la geotermia debba essere governata tramite una programmazione concertata affinché i territori possano conservare e incrementare le proprie vocazioni, incluse rilevanti attività come il turismo, l’agricoltura di qualità e l’agroalimentare”.
Il permesso “Lucignano” ricade nel cuore del comune di Radicondoli ed ha ormai una lunga storia. La prima istanza risale infatti ad agosto 2011. Attualmente il procedimento risulta in corso presso la presidenza del Consiglio dei Ministri. Con la pubblicazione della Graduatoria dal 2016 l’impianto rientra nel contingente di potenza previsto per impianti geotermici con una potenza impianto di 5MWh. Il comune ha sempre espresso parere sfavorevole già nel 2016.
La posizione del sindaco
“Il territorio di Radicondoli è interessato da ampi e importanti insediamenti industriali geotermici dei quali andiamo orgogliosi – dice il primo cittadino Francesco Guarguaglini – E’ una vocazione che la comunità di Radicondoli considera primaria con sei centrali e una potenza installata di 140 MWh. Il nostro comune si colloca al secondo posto nella produzione geotermoelettrica regionale e nazionale. Ma l’impianto “Lucignano” sarebbe realizzato in contrasto con l’attuale assetto socio-economico della zona e con la relativa pianificazione urbanistica. C’è un costo socio-economico-ambientale oltre il quale non si può andare. Per altro, nel permesso Lucignano, per una capacità produttiva di soli 5MWh, si prevede la realizzazione un impianto industriale di notevoli dimensioni e l’estensione con quasi 5 km di vapordotto. Si prevedono inoltre due centrali in aree non votate alla produzione di energia geotermica”.
“Radicondoli è pronta a mettere in atto la sfida per una efficace transizione energetica e la vuole raggiungere potenziando anche gli attuali poli produttivi posti nelle zone dichiarate idonee e a comprovata vocazione geotermica – commenta Guarguaglini – Lo stiamo già facendo contribuendo per quasi il 5% del fabbisogno energetico della Toscana. Ma Radicondoli non è disposta a compromettere la parte del territorio dichiarato non idoneo alla geotermia e destinato ad un importante sviluppo turistico. Non vogliamo mercificare il nostro territorio”.
“Nel 2021 tra l’altro – fa notare il primo cittadino – si contano più di 21.635 presenze con incremento rispetto al 2020 del 46,35% e punte nel mese di maggio 2021 di un più 719,44%. Sono parte integrante dello sviluppo turistico tutela ambiente e produzioni agroalimentari di qualità, olio, formaggio, vino, che da tempo sono espressione di ricchezza qualitativa. Non dimentichiamoci, ad esempio, che da oltre 10 anni alcuni vini di Antinori sono prodotti da uve del Castello di Fosini, qui, nel nostro territorio”.
“Occorre rispettare le nostre diverse vocazioni che si fondano sui preziosi valori storico- culturali, ambientali e paesaggistici – aggiunge Guarguaglini – Geotermia, ambiente, turismo e agricoltura di qualità possano convivere e svilupparsi in armonia. La positiva convivenza e l’equilibrio è frutto di processi e decisioni ponderate, consapevoli e coerenti, di conoscenza della terra, dei suoi valori attuali e delle potenzialità future. La comunità radicondolese non ha mai demandato ad altri la responsabilità politica in merito all’attività geotermica con scelte condivise da tutti i consigli comunali negli anni, a testimonianza della convergenza di tutta la comunità, ed espresse nelle linee programmatiche di governo del territorio. Scelte talvolta difficili e impopolari. Del resto, la storia geotermica qui ha 50 anni. Tutto è iniziato nel 1972 con il ritrovamento del “Soffionissimo”, il Travale 22, il soffione più potente del mondo che la stessa Enel fece difficoltà ad imbrigliare e che l’allora sindaco, Ivo Radi, definì il soffione della speranza”.
Tutte le motivazioni del parere negativo: i dettagli
L’area del permesso di ricerca insiste su una parte del territorio Comunale che, secondo il Piano Strutturale, interessa il “Sistema Territoriale delle Colline Agricole” ed il “Sistema Territoriale di Poggio Casalone”. Qui gli obbiettivi di governo del territorio sono improntati alla tutela generale ed alla conservazione dell’ambiente e del territorio. Quindi le attività di coltivazione geotermica risultano incompatibili. Non solo, all’interno dei sopra indicati Sistemi Territoriali vengono individuate delle sottozone, anch’esse interessate dall’area del permesso di ricerca, sulle quali la norma pone obbiettivi ancora più stringenti.
Il testo della mozione votata dal consiglio comunale inoltre sottolinea come: “A fronte della particolare vicinanza dell’impianto con i centri abitati di Radicondoli e Belforte l’intervento va indubbiamente a compromettere la qualità ambientale e l’impatto visivo verso l’area periurbana”. Infatti, la centrale di produzione si troverebbe ai piedi della collina di Radicondoli e la centrale di reiniezione sarebbe ai piedi della collina di Belforte.
Il comune di Radicondoli, già a dicembre 2019, ha fornito alla Regione Toscana chiara indicazione sulle aree non idonee per l’istallazione di impianti di produzione di energia geotermica, tra le quali è ricompresa anche l’area dal permesso “Lucignano”.
Ci sono inoltre altre motivazioni. Il permesso di ricerca suscita infatti forti preoccupazioni e perplessità anche in relazione alla “Lacunosa e obsoleta istruttoria che presenta gravi criticità anche in riferimento alla valutazione di impatto ambientale (2015), ormai formalmente e sostanzialmente scaduta, e completata prima che il territorio di Radicondoli fosse dichiarato area di notevole interesse pubblico”. Ed ancora: “Non sono considerati aspetti di particolare rilevanza come gli effetti sismici indotti, riscontrati anche recentemente per questa tipologia di impianti in altri paesi, la tutela paesaggistica di cui al parere negativo del MiBAC, i vincoli statali e i piani regionali (PAER) e comunali (Piano Strutturale e Piano Operativo)”.