La Procura Generale chiede l’applicazione della pena accessoria. Il Gup di Firenze nega la messa alla prova al più giovane dei tre ragazzi, accusato anche lui di rapina aggravata
Non bastano 3 anni e 6 mesi di pena per i due rapinatori albanesi che lo scorso 18 febbraio assaltarono la casa dei coniugi Bonelli a la Colonna (Monteriggioni). I malviventi, amorevolmente ospitati dagli anziani finchè non decisero di portargli via con la forza preziosi e macchina, erano stati condannati in primo grado con una pena ribassata di un terzo in virtù del rito abbreviato e di alcune attenuanti generiche: una sentenza che non ha particolarmente soddisfatto le anziane vittime e la Procura di Siena, che aveva richiesto 9 anni di reclusione. La Procura Generale di Firenze, in seguito al ricorso di quella senese, ha così deciso di andare in appello chiedendo l’applicazione della pena accessoria, vale a dire l’espulsione da suolo italiano al termine del periodo di reclusione, che si configura come obbligatoria in quanto la condanna è superiore a 2 anni. Allo stesso tempo, la difesa dei due albanesi portata avanti dall’avvocato Erika Fattorini, ha presentato appello per riuscire ad ottenere un ulteriore sconto alla condanna.
Martedì a Firenze, al tribunale dei minori, si è celebrata l’udienza del processo a carico del terzo membro della banda che quella notte fece irruzione nella casa dei Bonelli. La difesa ha chiesto per lui la messa alla prova, possibilità che è stata però rifiutata dal gup Monica Gaggelli, che ha deciso di rinviare tutto a nuova udienza. Il ragazzo torna dunque nel carcere minorile di Firenze con alle spalle sempre pendente l’accusa di rapina aggravata.
Claudio Coli