Sembravano dei carabinieri intenti a fermare gli automobilisti per i controlli di rito, con tanto di pettorina e paletta, invece erano malviventi senza scrupoli che ne approfittavano per rubare portafogli, gioielli, telefoni e oggetti preziosi dopo aver fatto accostare le vittime nelle piazzole di sosta, per poi assaltare i bancomat. E’ stata sgominata la banda dei finti carabinieri che ha imperversato tra Toscana, Umbria, Lazio e Marche: a fermarli i militari della compagnia di Siena, che hanno eseguito un decreto di fermo di indiziato di delitto emesso dalla Procura di Siena nei confronti di 8 soggetti legati a un gruppo criminale di etnia sinti dedito a rapine, furti aggravati a bancomat e ricettazione dei proventi. 19 in totale gli indagati, 5 gli arresti.
Le indagini, coordinate dal Procuratore capo della Repubblica Salvatore Vitello e dal sostituto procuratore Siro De Flammineis, sono partite dall’analisi, da parte dei carabinieri di Castelnuovo Berardenga, di alcuni colpi messi a segno l’estate scorsa in provincia di Siena: l’approfondimento ha condotto a un gruppo criminale molto ampio e con numerose basi logistiche, responsabile di furti e rapine in molte zone dell’Italia.
Sono stati dunque ricostruiti alcuni episodi, tra cui 2 rapine in provincia di Siena e Arezzo nel dicembre 2020, 4 furti aggravati agli sportelli Atm con modalità spaccata, utilizzando carro attrezzi rubati, nelle province di Roma e Perugia, e 10 furti tra Siena e Macerata commessi fra l’agosto e il dicembre 2020.
Nel corso di una conferenza stampa indetta oggi, è stato illustrato il modus operandi della banda durante alcune fattispecie di reato: dopo aver individuato una vettura veloce da rubare, i malviventi simulavano l’acquisto presso una concessionaria in provincia di Arezzo e durante un giro di prova lo portavano via utilizzandolo per effettuare rapine sulla Siena-Bettolle, tra cui una a una coppia di medici pendolari, durante la quale indossavano casacche, lampeggianti e pettorine recanti la scritta carabinieri.