Non passerà inosservata la visita di domani a Siena del Ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini. Ad attenderla infatti dalle ore 10, di fronte al Polo universitario San Niccolò, ci saranno le associazioni studentesche e il coordinamento dei ricercatori precari in dissenso con i tagli all’Università Pubblica previsti dal Governo nei prossimi quattro anni.
“C’è un’Università Pubblica che sta per subire l’attacco più feroce degli ultimi decenni: un taglio di oltre 1 miliardo e 300 milioni in quattro anni. Una riforma che rende ancora più precario il lavoro di chi fa ricerca e quindi più sfruttabile, più ricattabile, più schiavistico – spiega il Ricercatore Precario di UniSi Vincenzo Spagnolo -. L’Università pubblica, un servizio collettivo che serve a tutta la collettività, rischia di essere smantellata nell’arco di pochi anni. In questa situazione noi veniamo a conoscenza del fatto che la ministra Bernini, che è firmataria di una parte di questo progetto cioè della riforma precarizzante, verrà a Siena per inaugurare dei nuovi laboratori. Ipotizziamo che ciò sia legato probabilmente al fatto che, essendo esperta di tagli, forse l’hanno ritenuta idonea per poter tagliare il nastro. Ma, amara ironia a parte, il problema è molto più serio, visto che poi la presenza di questa ministra cozza col fatto che, per esempio, a noi è impedito di poter prendere parola in un contesto in cui si dovrebbe parlare di scienza e noi saremmo dei ricercatori, cioè quelli che producono la scienza all’interno di questo sistema universitario”.
Il gruppo si riunirà in forma di “veglia funebre in memoria dell’Università Pubblica” e che da distanza cercherà di inviare messaggi al Ministro la cui visita è prevista prima al Santa Chiara Lab e poi al Polo Scientifico di San Miniato.
“Abbiamo organizzato un presidio di fronte al San Niccolò, quindi nelle vicinanze del luogo in cui si terrà una parte dell’intervento della Ministra – prosegue il ricercatore Vincenzo Spagnolo -. Il nostro intento è quello di contestare la ministra, ma non solo la ministra in sé, come espressione di una specifica forza politica o di una specifico progetto, ma proprio un principio che è il principio che un bene collettivo possa essere così brutalmente smantellato. Per questo noi chiediamo a tutta la cittadinanza e a tutti i lavoratori e le lavoratrici che ne avranno la possibilità di unirsi a questo presidio, di fare un’opposizione comune, al fatto che si viene privati di qualcosa alla fine poi per darlo ai privati”.