“Rinnovare e garantire il contratto collettivo nazionale Unionmeccanica Confapi, scaduto nel mese di dicembre scorso”. Lo chiedono con forza Fim Cisl Fiom Cgil e Uilm, giunti alla terza tornata di sciopero per la riapertura del ccnl uniomeccanica e federmeccanica Assital: insufficienti le risposte date alla piattaforma dei sindacati, è stata estesa la mobilitazione della categoria per tutta la giornata di venerdì 28 Marzo 2025. Tutte le province d’Italia si mobilitano, fra cui quella di Siena, dove sono migliaia i metalmeccanici interessati alla vertenza, in particolare nel bacino della Valdelsa, tanto che ci sarà una manifestazione a Poggibonsi. Si pensa inoltre, nel caso la situazione non arrivi a sbloccarsi, di organizzare una manifestazione nazionale a Roma per fine giugno.
“Nella giornata di lunedì 17 marzo 2025 si è svolto a Milano il quarto incontro relativo al rinnovo del contratto collettivo nazionale – spiegano le sigle nazionali – la trattativa ha cercato di approfondire le disponibilità di Unionmeccanica rispetto alle principali richieste sindacali, a partire dal salario nel suo complesso, della riduzione dell’orario di lavoro, mercato del lavoro ecc. Per quanto riguarda la richiesta economica Unionmeccanica ha evidenziato che il modello complessivo degli aumenti deve essere condizionato verso la sostenibilità per le aziende e ha presentato una sorta di proposta che andrebbe oltre la previsione Ipca-Nei, senza però precisare le quantità effettive dicendo di poterlo fare solo quando verrebbero definire gli altri punti, in modo da poter quantificare il costo complessivo, inoltre Unionmeccanica ha dato una disponibilità, non ben definita nei termini, a considerare la clausola di garanzia”.
“Mentre per quanto riguarda l’elemento perequativo, l’incremento del suo valore economico andrebbe legato all’andamento dell’Ipca-Nei e la sua erogazione dovrebbe considerare anche la presenza di eventuali erogazioni di welfare aziendali, oltre a quelle già regolate e previste. Proposta che oltre ad essere insufficiente sul piano economico peggiora nei fatti la regolamentazione attuale per quanto riguarda il suo riconoscimento rendendolo ancora più limitativo”.
“Per quanto riguarda invece la riduzione dell’orario di lavoro non è stata esplicitata nessuna proposta sostenendo in prima battuta che la richiesta dovrebbe essere presa in considerazione in ambito aziendale, per poi sostenere successivamente la possibilità di un approfondimento in ambito nazionale. Analogamente sulla richiesta di una regolamentazione del mercato del lavoro, in particolare per quanto riguarda la limitazione dell’utilizzo dei contratti non a tempo indeterminato e i percorsi di stabilizzazione, non è stata data una concreta disponibilità nel merito delle richieste. Rimangono ancora non sufficienti le risposte in merito all’inquadramento professionale e alla formazione continua. Non abbiamo ancora avuto risposte di merito in merito alla richiesta di definire un “Protocollo di Partecipazione”.
“Se pur solo dopo quattro incontri di trattativa, ma considerando anche l’approssimarsi del mese di giugno prossimo, la valutazione insufficiente data dalla delegazione trattante sul merito delle risposte ricevute, porta alla conseguente decisione di estendere la giornata di mobilità già decisa dalla categoria per il giorno 28 marzo anche a tutte le aziende Unionmeccanica Confapi”.
“Fin da subito si svolgeranno le assemblee, per una puntuale informazione rispetto allo stato della trattativa e sulle modalità della mobilitazione” concludono i sindacati.
“Esprimiamo dissenso verso l’atteggiamento delle parti datoriali che hanno presentato una loro piattaforma e non è accettabile – afferma Massimo Martini Uilm Siena – vogliamo proseguire nell’azione e con forza rivendichiamo quel che viene scritto nella nostra piattaforma. In provincia di Siena ci sarà un momento di condivisione della battaglia a Poggibonsi”.
“Trattativa complessa, nella tornata precedente avevamo portato a casa un aumento di 308 euro grazie a una clausola di salvaguardia che oggi non vogliono riconoscere – aggiunge Giuseppe Cesarano Fim Cisl – il 90% dei lavoratori ha votato si alla nostra piattaforma, un milione e seicentomila metalmeccanici Italia aspettano il rinnovo, è un pezzo di paese, il rinnovo deve essere apripista per gli altri contratti”.
“Situazione di stallo, siamo alla terza tornata di sciopero, a 24 ore, un momento senza precedenti perchè la piattaforma dei lavoratori non viene presa in considerazione, c’è la presunzione da parte delle aziende di far valere le proprie esigenze, dunque va sovvertito il principio – conclude Daniela Miniero Fiom Cgil – il rinnovo non ha solo valore economico ma anche politico e sociale, il contratto metalmeccanici ha sempre fatto da apripista, da modello, nell’ultimo è stata inserita una clausola per difendere il potere d’acquisto, e non vogliamo perderla. Rinnovare un contratto nazionale significa dare pari dignità a tutti i lavoratori, indipendentemente dal territorio dove è allocata l’azienda e dalla sua dimensione”.