“Riprendiamoci la scuola“. E’ questo il grido degli studenti dell’indirizzo economico-sociale del Piccolomini, che da due anni sono stati spostati nelle aule della sede di Montarioso. Una situazione che crea disagio agli studenti e alle famiglie, che si sono visti improvvisamente spostati dal plesso situato in pieno centro storico a un altro addirittura in un altro comune.
Gli studenti si sono riuniti oggi in zona Fortezza per un sit-in di protesta contro lo spostamento a Montarioso. “Il motivo principale della protesta è la discriminazione che ci è stata fatta nel trasferimento a Montarioso e i disagi che ha comportato, come l’assenza di alcuni insegnanti, il fatto che non abbiamo una segreteria o mezzi per poter comunicare con la sede centrale – dice la studentessa Martina Saber, del comitato studentesco economico – Le aule non sono idonee, così come per le ore di studio, in quanto l’orario è stato capovolto per permettere ai professori di arrivare a scuola. Il diritto allo studio viene meno quando i professori non riescono a raggiungere la nostra sede e fanno ritardo. La situazione è critica, siamo qui per chiedere che sia fatta equità“.
Al fianco degli studenti del Piccolomini ci sono anche alcuni colleghi del Liceo Artistico e del Liceo delle Scienze Umane in segno si solidarietà, oltre ad alcuni allievi dell’Istituto Rinaldo Franci, direttamente coinvolti nel dibattito che riguarda le aule del Piccolomini. Nessun rappresentante invece delle classi del Piccolomini rimaste nella sede principale, che non si sono presentate.
Gli studenti avrebbero voluto effettuare un corteo itinerante per le vie del centro, ma non gli è stato concesso. Una decisione che ha portato a qualche malumore tra i protestanti, dal momento che nel recente passato sono stati permessi in città altri cortei come quelli dei No-Vax.
“I problemi sono partiti dal trasferimento a Montarioso, di cui noi non eravamo a conoscenza – dichiara il rappresentante di istituto Valerio Massimo Vettori – Una volta arrivati là abbiamo iniziato a subire problemi legati ad esempio al riscaldamento e alla sicurezza nelle aule, tant’è che c’è stato anche un sopralluogo da parte dell’Asl. Ci sono anche i problemi legati ai trasporti: le persone si sono trovate a pagare un biglietto per il bus non preventivato. L’episodio più grande è stato quando, nonostante il comune di Siena fosse in zona rossa e noi veniamo da un istituto di Siena, essendo stati spostati nel comune di Monteriggioni abbiamo continuato ad andare a scuola rischiando di prendere il Covid”.
“Chiediamo che la nostra voce sia ascoltata, e di risolvere nel concreto i nostri problemi – prosegue Vettori – Sono più di due anni che stiamo combattendo questa ghettizzazione che ha subito l’indirizzo economico-sociale da due anni a questa parte. Non è stata mai fatta una turnazione né è mai stato pensato di far tornare le classi al Piccolomini. Per ora le risposte sono stati i pochi incontri informali, e di soluzioni non ne sono ancora state portate. Sono stati solo svolti dei lavori di miglioramento a Montarioso, che non sono però sufficienti in quanto la sensazione di solitudine degli studenti sta aumentando sempre di più“.