Nove Comuni, la Regione Toscana, associazioni e altre istituzioni si sono messe insieme per promuovere e valorizzare la Via Romea Senese, antico cammino che unisce Firenze e Siena attraverso il Chianti, un patto sancito durante il convegno sugli Stati Generali della Via Romea Sanese tenutosi a Castellina il 9 e 10 giugno.
“Due giorni densi di interventi autorevoli e con la presenza di molte autorità locali e regionali, un nuovo sforzo organizzativo per fare il punto della situazione sulla Via e su come, tutti insieme, potremmo continuare a valorizzarla, anche – ma non solo! – come volano di sviluppo turistico” spiega a Siena Tv Vito De Meo, docente, storico, da anni impegnato in eventi di promozione territoriale in chiave culturale, autore di varie pubblicazioni e articoli di storia chiantigiana, anima propulsiva del Gruppo Archeologico Salingolpe.
“Si sono condivise molte esperienze ed è stata una giornata formativa piena di spunti interessanti e concreti – aggiunge De Meo – Negli ultimi mesi tutti i Comuni, mediante finanziamento regionale, hanno provveduto al rinnovamento della segnaletica verticale e oggi è forse uno dei Sentieri più visibili e facilmente percorribili esistenti in Toscana. Certo, molto altro ci sarebbe da fare ma la strada tracciata fin qui mi sembra più che percorribile e il progetto non può che migliorare”.
(13 febbraio 2016, prima ricognizione sulla Romea pressa Monsanese-Casa Frassi)
Con De Meo parliamo della valorizzazione della Via Romea Sanese, antico itinerario che collega Firenze a Siena attraversando oggi ben 9 comuni in due provincie (Firenze, Impruneta, San Casciano Val di Pesa, Barberino-Tavarnelle, Castellina in Chianti, Poggibonsi, Castelnuovo Berardenga, Monteriggioni e Siena), e di come negli anni, grazie a tanto lavoro ed impegno, si siano raggiunti ragguardevoli risultati.
A partire dal rinnovamento del progetto di studio, tracciatura e valorizzazione della Via Romea Sanese, nei primi mesi del 2016. “Come sappiamo il progetto in realtà parte da lontano, dal 2006 con gli investimenti della Cassa di Risparmio di Firenze su tutte le Vie romee della Toscana, e con l’apporto scientifico della facoltà di Agraria di Firenze. Nel nostro caso, dopo vari anni il progetto della Via Sanese – sulla quale ha scritto per primo il prof. Stopani – subì delle battute d’arresto, fin quando decidemmo di riprenderlo in mano con impegno e costanza ripartendo da Castellina in Chianti”.
Determinante è l’impulso del Gruppo Archeologico Salingolpe di Castellina. “L’impulso iniziale e determinante, per esser precisissimi, partì dalla volontà di un nostro socio, Giuseppe Stiaccini, oggi vicesindaco di Castellina in Chianti. Come associazione decidemmo di seguire questo input nel 2016 conseguendo buoni risultati. E ad oggi non ci siamo fermati. Iniziammo con il prendere in analisi il tratto a noi più vicino, ossia da San Donato in Poggio a Castellina fino a Quercegrossa verso Siena. Furono molte le modifiche che apportammo al tracciato, specialmente per quanto concerne il recupero della viabilità antica, evitando scelte di comodo che, pur essendo semplici da attuare, non avrebbero rispettato l’antichità del tragitto. Proprio durante questa fase di studio durata vari mesi – e già dal 2015 eravamo concentrati anche su un altro progetto di area, Sentieri del Chianti – fu possibile scoprire i resti dell’antico ospedale medievale di San Jacopo alla Valle (Castellina in Chianti) o approfondire la presenza di una nuova necropoli etrusca, poi scavata scientificamente, in loc. Casarosa (Castellina in Chianti)”.
Le principali problematiche incontrate: “Furono molteplici. La prima consisteva nella ripulitura di alcuni tratti dell’antica viabilità ormai inghiottiti dalla selva. Specialmente la zona di Sornano/Sornanino verso Quercegrossa fu oggetto di una profonda ripulitura dalla macchia. Del resto, già nel 1469 l’allora proprietario dichiarava di avere ivi un poderetto inabitato e abbandonato “perché è in uno oscuro passo che non si trovano lavoratori che lo vogliono abitare”. Decidemmo, dunque, di estendere il raggio di azione coinvolgendo quanti più soggetti possibili facendo rete. Ad esempio, per questo specifico aspetto, furono coinvolti i membri di alcune associazioni castellinesi (Società sportiva, La Racchetta, Roberto Callaioli del CAI, ecc) e anche privati che gratuitamente ci aiutarono nella ripulitura, come ad esempio l’Agriserv. Una grande mano ci fu data da “Camminando a Quercegrossa”, un’associazione escursionistica che accettò di aiutarci collaborando sia al ripristino di questi tratti sia all’organizzazione degli eventi che seguirono, indispensabili per iniziare a valorizzare il lavoro fino a quel momento svolto e per pubblicizzare un diverso modo di vivere il territorio, anche per i turisti. Il trekking era ed è sempre più diffuso e richiesto e, infatti, non mancarono varie iniziative (guide, tour) o il buon lavoro dell’associazione fiorentina “Comunità il Pellegrino”, all’epoca guidata da Franco Alessandri. Loro si concentrarono soprattutto sulla prima tracciatura ipotizzata all’inizio del progetto, poi denominata Via Romea del Chianti, ed effettuarono un’operazione di tracciatura e segnaletica. Oggi, nonostante i numerosi punti in comune, permangono entrambe le scelte, sulle quali ritengo che si possa avviare un proficuo dialogo per razionalizzare l’offerta.
(Sopralluogo con il fabbro castellinese Graziano Lardori per il rifacimento del cippo confinario di Sornanino posto sulla via Romea Sanese)
Ancora De Meo: “Un’altra operazione lodevole secondo me fu quella di coinvolgere fin da subito alcuni proprietari delle particelle nelle quali sarebbe passata la Via Romea Sanese. E li capisco se si vuole poi entrare in casa d’altri mettendo cartelli e chiedendo di porre una certa attenzione all’integrità dell’itinerario. Il confronto servì sia per sensibilizzare i privati sul tema dell’escursionismo sia per non relegare i privati a meri esecutori dell’altrui volontà. Anche questo processo durò molto: alcuni capirono subito l’importanza del progetto, altri – per fortuna pochi – ne dubitavano continuamente chiedendo molte spiegazioni ma il tutto fu, appunto, favorevole poiché capace di innescare un confronto tra le varie componenti sociali del territorio che poi portò a stringere buone intese. Il 15 marzo 2018 si tenne proprio a Castellina un convegno per parlare della Via Romea Sanese con tutte le parti in causa”.
In conclusione: “Ci sono voluti anni e una notevole dose di impegno per arrivare dove siamo oggi. Il Comune di Castellina in particolare ci ha creduto fortemente e, infatti, non mancarono gli eventi collaterali per far conoscere la Via. Oltre alle tante escursioni, anche serali, organizzate con i comuni e con le associazioni escursionistiche – Camminando a Quercegrossa soprattutto – il Comune di Castellina promosse l’allestimento di una meravigliosa mostra fotografia in Via delle Volte, magistralmente realizzata con 40 pannelli fotografici allestiti dal fotografo professionista Andrea Rontini. Dopo tutto ciò, se non ricordo male a metà anno del 2020, anche i Comuni attraversati dall’itinerario condivisero un protocollo d’intesa per la sua valorizzazione. Capofila del progetto il Comune di Castellina in Chianti, individuato come ente responsabile dell’esercizio associato. Adesso i comuni si riuniscono regolarmente e proprio in questi giorni si sono tenuti gli Stati Generali della Via alla presenza ti tutti gli amministratori coinvolti nonché del presidente Giani”.
Il prossimo inclusivo appuntamento sulla Via Romea Senese accessibile, sabato 17 giugno, ore 9.00 presso la pieve millenaria di San Donato in Poggio. “Questa volta – spiegano gli organizzatori – avremo il piacere di accompagnare anche alcuni ragazzi con disabilità motoria immergendoci nella realtà locale fra biodiversità, antiche vicende e tradizioni. In accordo e con il patrocinio “FIE” della nazionale e regionale e grazie alla preziosa collaborazione del Gruppo Trekking Senese visiteremo ancora una volta la Via Romea Sanese”.