Sono stati giorni difficili in casa Robur sia per la proprietà, con la corsa contro il tempo finita poi con la mancata iscrizione al prossimo campionato di serie C, che per tifosi, lasciati in attesa di conoscere il destino della squadra. A guardare l’evolversi della situazione con la stessa apprensione c’erano anche i giocatori bianconeri, il cui destino si trovava in bilico per situazioni extra-campo, ancora in attesa, tra l’altro, del pagamento degli stipendi. Una situazione particolare la loro, che il capitano D’ambrosio ha raccontato ai nostri microfoni.
“Ero in stretto contatto con Anna Durio – spiega Dario D’ambrosio, capitano della Robur che ha appena terminato la sua quinta stagione in maglia bianconera – mi teneva al corrente di queste trattative che erano in corso. Nell’ultimo giorno di allenamento, prima del “rompete le righe” ci disse che la vendita della società era fatta, che le dispiaceva ma che non ce la faceva più ad andare avanti. C’eravamo lasciati così”.
“C’era questo gruppo capitanato da Foresti che doveva fare il nuovo dg – continua D’ambrosio – Sapevamo che lasciava la società a questo gruppo e, insomma, eravamo tranquilli; ci diceva che era un gruppo solido che poteva continuare a fare il bene del Siena”.
Una trattativa, quella con il Fram Group, che ha rappresentato soltanto la prima parte della telenovela che ha accompagnato le ultime settimane della Robur, prima della rinuncia di Foresti e del tentativo di trattativa last minute con la cordata armena.
“Conoscendo Anna Durio sono sempre stato convinto che l’iscrizione in qualche modo venisse fatta – continua il difensore – Martedì sera ci siamo sentiti e mi ha detto che stavano aspettando questi soldi, che potevano arrivare o in tarda serata o la mattina successiva (ultimo giorno utile per l’iscrizione ndr). Il giorno dopo ci siamo risentiti e mi ha detto che purtroppo non erano riusciti ad iscrivere la squadra”.
“Io credo che comunque Anna avrebbe voluto iscrivere la squadra, non credo fosse nelle sue intenzioni non iscriverla – prosegue – “Iscrivo la squadra, magari la faccio con più giovani e continuo ad andare avanti”: questa era la sua intenzione qualora non ci fosse stato nessun acquirente. E’ una situazione che non è dipesa soltanto da lei, ma mi ha detto che cercherà comunque di pagare tutti gli stipendi, così da evitare il fallimento”.
Sono molti infatti, tra giocatori e staff, che stanno ancora aspettando di riscuotere gli stipendi relativi agli ultimi mesi di attività, che, qualora non venissero pagati, decreterebbero ufficialmente il fallimento della società Robur Siena SpA, nata sei anni fa dalle ceneri dell’AC Siena.
Con la non iscrizione, oltre al futuro della società, proiettata verso la serie D, i giocatori hanno da tenere contro anche del proprio, con gli occhi di mezza serie C già puntati sui giocatori in uscita dal Siena.
“Bisogna ancora metabolizzare la situazione – spiega D’ambrosio interrogato sul proprio futuro – chiaramente bisogna subito guardarsi intorno per cercare di capire che soluzioni ci sono. Il Siena è una piazza non da serie D, qualora una nuova proprietà mi cercasse io sarei disposto a capire le loro intenzioni. Ho vissuto cinque anni in una piazza che mi ha dato tanto, a cui ho dato tanto anche io. Per il Siena non mi faccio preclusioni di categorie”.