Robur, Pietro Mele risponde ad Anna Durio: "Vergogna"

Di Redazione | 2 Aprile 2017 alle 13:10

Robur, Pietro Mele risponde ad Anna Durio: "Vergogna"

Pietro Mele: “Ci sventola sotto il naso continuamente il peso dei denari”

“Cor magis tibi Sena pandit. Come è noto a tutti i senesi, sulla Porta di Camollia c’è la scritta “Cor magis tibi Sena pandit”, cioè “Siena ti apre il cuore ancor più di questa porta”. Tale frase fu scolpita all’epoca della città ormai dominata dai Medici in occasione della visita di Ferdinando”. Comincia così un lungo post su Facebook di Pietro Mele, socio di minoranza della Robur Siena che – di fatto – risponde allo sfogo di Anna Durio di ieri nel post gara con la Cremonese.

“Quella scritta fu dunque strumentale – prosegue Pietro Mele – , ma forse raccoglieva un sentimento nobile, da secoli riconosciuto dai senesi. A che livello di civiltà erano arrivati i senesi del passato! E quanta attualità c’è in questa frase…. Mentre oggi il Presidente americano pensa alla costruzione di un muro come risoluzione dei problemi dell’umanità, già secoli fa i senesi aprivano le porte delle proprie mura a chi – provenendo da fuori – dovesse o volesse entrare in città. E quante meraviglie hanno visto quei forestieri che hanno attraversato quella porta: una città intera che era ed è un’opera d’arte a cielo aperto, una bellezza sconvolgente che dà stupore e induce al rispetto. E allo stupore e al rispetto spesso conseguono l’abbassare dei toni, ammirati ed educati silenzi, una sorta di intimistica riflessione come una sindrome da senso estetico che solo l’arte sa dare, così come avviene in un raffinato ristorante dove si degusta sottovoce piuttosto che bere vociando in una taverna”.

“I tempi sono cambiati: forse negli ultimi anni – scrive ancora Mele – abbiamo subìto inconsapevolmente una segreta indagine sociologica che ha preceduto la razzia della città. Forse Siena è stata depredata da qualcuno dopo che tutto attentamente era stato studiato, specialmente il carattere civile dei senesi oppure la loro debole capacità di reazione proveniente da una secolare e pigra agiatezza. E non solo qualcuno è entrato, come nell’aia di Ghiandone, prendendoci tutti a calci nel sedere, defraudandoci di beni e dignità ma anche sapendo ben giocare, attraverso una accurata comunicazione, su quelle insite divisioni che un po’ sono nel carattere dei senesi, di moderna ed errata provenienza paliesca, anticamente subordinata all’ honor civitatis. Ma ciò su cui soprattutto viene da rammaricarsi è questo irrispettoso vociare e questa continua semina della zizzania che contraddistingue chi oggi entra a Siena come la Durio, che ci sventola sotto il naso continuamente il peso dei denari, senza alcun rispetto per la dignità delle persone e dell’ambiente in cui viene ospitata; danari, che le hanno consentito di acquisire, con buone complicità, quote di una società. Ma non i colori di una maglia, di uno stemma cittadino, di tradizioni e passioni antiche ma attuali insieme. Nostre e non in vendita, ma da condividere solo con chi mostra rispetto, appunto, ed educazione. Un rispetto doveroso soprattutto nei confronti dei tifosi bianconeri considerando che la vecchia, gloriosa Robur ha alle spalle una storia, una magnifica storia calcistica costellata da successi insuperabili, da una incomparabile passione, da una decennale permanenza ai vertici del calcio italiano. Quanta poca eleganza nel continuo mentire, accusare e soprattutto rinfacciare. Vergogna”.



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