Intervistato a margine del Consiglio comunale monotematico convocato al Santa Maria della Scala sul destino dell’istituto bancario, Carlo Rossi, presidente di Fondazione Mps, ha fatto il punto sulle cause promosse da Fmps nei confronti della banca, a partire dalla richiesta stragiudiziale di 3,8 miliardi per gli aumenti di capitale 2008-2011, per la quale è in atto una delicata transazione. “In questo momento nei confronti della banca non c’è il petitum del danno, questo si concretizza nel momento in cui si deposita l’atto di citazione” ha tenuto a precisare Rossi.
“L’azione è già in essere, c’è una richiesta stragiudiziale, una messa in mora, cui seguiranno le azioni conseguenti – continua Rossi – si parla di cifre, ma vanno mediate: sull’aumento di capitale si deve quantificare i danni. Questi aspetti sono allo studio dei tecnici. Noi non abbiamo preclusioni a cercare accordo. Il Mef? Il tema cause è stato escluso dal tavolo della discussione, dal loro punto di vista la trattativa si può fare solo tra Fondazione e Banca”.
Le altre azioni: “Di cause già incardinate ce ne sono molte – fa sapere Rossi – contro gli ex amministratori, contro le banche finanziatrici dell’aumento di capitale 2011, poi quelle nei confronti degli esponenti apicali della banca, legate ai derivati. Per quanto riguarda gli aumenti di capitale 2014 e 2015 c’è una sentenza penale di primo grado contro Viola e Profumo, di cui non conosciamo ancora le motivazioni, quando le esamineremo ci muoveremo, se il tribunale riscontra azioni penalmente perseguibili penso ci siano spazi per muoverci in sede civile. Su alcune cause siamo avanti, altre meno” conclude Rossi.