Rsa Butini Bourke, la figlia di un ospite: "Mio padre è morto alle Scotte, non ci hanno comunicato il ricovero"

La denuncia pubblica della donna: "Nessuno ci ha avvertito che era stato ricoverato in ospedale. Seria negligenza del personale della casa di riposo. E sono spariti due anelli di valore, tra cui la fede"

Di Redazione | 13 Dicembre 2020 alle 17:45

“Mio padre è morto e non ci hanno comunicato che era ricoverato, seria negligenza del personale della casa di riposo Butini Bourke: e sono spariti due anelli di valore, tra cui la fede”. Lo denuncia, attraverso una lettera inviata da nostra redazione, la figlia di un ospite della residenza di 96 anni, Nello Baldi, deceduto il 2 dicembre scorso presso il Pronto Soccorso dell’ospedale Le Scotte di Siena per embolia polmonare. L’uomo si era sentito male a metà pomeriggio del giorno prima nella casa di riposo che ha chiamato il 118 (mezzo della Misericordia) il quale lo ha portato in ospedale dove la mattina del 2 dicembre è deceduto. Il fatto è stato denunciato in data 4 dicembre alla Questura di Siena.

“I gravi fatti riguardano in primis una seria negligenza da parte del personale della Casa Di Riposo – racconta la donna, Susanna Baldi, nel rendere pubblica la sua vicenda – ovvero la mancata comunicazione che doveva essere fatta o a me o a mia sorella Maria Gioia Baldi del ricovero di nostro padre e delle sue gravi condizioni. La struttura si è giustificata adducendo la scusa che aveva chiamato mia sorella e aveva trovato il telefono irraggiungibile, io non sono stata mai chiamata, nonostante avessero il mio cellulare. Mia sorella non ha trovato sul suo cellulare nessuna chiamata. Loro erano tenuti a telefonare per avvisarci e doveva essere fatto fino a che una delle due non avesse risposto. Sapendo le condizioni precarie del nostro babbo i telefoni erano sempre accesi giorno e notte. Mia sorella ha ricevuto una telefonata da parte di un operatore della Casa di Riposo la mattina del 2 dicembre alle ore 7.45 che annunciava la morte di nostro padre in Pronto Soccorso. Subito dopo mia sorella mi ha messo al corrente della dolorosa perdita”.
“Il secondo e non meno grave fatto riguarda il furto di due anelli d’oro che mio padre portava sulla mano sinistra – aggiunge la figlia dell’anziano – la fede cesellata con il nome di mia madre inciso all’interno e un anello da uomo con una pietra detta occhio di tigre. Ho chiesto sia al personale RSA che al Capo Sala del Pronto Soccorso se avessero trovato i due anelli, l’operatrice della casa di riposo ha affermato che quando è entrato in ambulanza aveva gli anelli, il Capo Sala ha affermato che loro tolgono ai pazienti solo collane ed orecchini, quindi degli anelli non sapevano dirmi nulla, le cassaforti del reparto erano vuote, non ho potuto parlare con coloro che erano in ambulanza, sono solo riuscita a sapere dal Centralino del 118 che si trattava di un mezzo della Misericordia. In sintesi questi anelli non sono saltati fuori né spero certo di recuperarli… ma con il furto non se ne vanno soltanto i preziosi, vengono profanati i ricordi, ignorate le reminiscenze appartenute ad una storia familiare. Potrebbero essere stati rubati mentre era morente o quando era già cadavere. Questo non lo sappiamo né lo sapremo mai temo…”
“Quindi – fa sapere – ho presentato denuncia in data 4 dicembre alla Questura di Siena che metto in allegato insieme alla mail che ho inviato in data 12 dicembre al Direttore della Casa di Riposo Sig. F. Feroci. Teniamo inoltre conto che il COVID rende ancora più indifesa e fragile la condizione di chi è malato o in fase terminale, impossibilitato a difendersi e senza l’assistenza e la protezione dei familiari. Un gesto deplorevole e scellerato insieme alla trascuratezza e alla negligenza dimostrata anche in altre occasioni dalla Casa di Riposo” conclude.


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