“Era necessario aumentare la quota di finanziamento per posto letto nelle RSA, l’aumento di fatto è di 6 euro poiché c’era stato un “ritocchino” di 0,90 centesimi a carico del sistema sanitario a fronte di una richiesta di 10 euro che facevano i gestori. Come CGIL FP Siamo sempre stati convinti che le quote fossero da rivalutare, casomai insieme anche alla quota Sociale a carico dei Comuni (i grandi assenti nel dibattito). Sarà interessante capire anche se i gestori e la politica ora sono d’accordo su quanti sono i posti letto da moltiplicare per l’aumento, visto la querelle apertasi durante la pandemia”, così la Fp Cgil Toscana commenta la crescita del contributo della Regione alle strutture.
“E forse la spinta è venuta dalla vertenza legale che alcuni gestori hanno intrapreso per l’adeguamento delle quote ISTAT che la Regione non gli riconosceva dal 2012 (senza fare i conti in tasca a nessuno, vista la vittoria in sede legale, i gestori potranno contare su più risorse e applicare così pienamente i Contratti di lavoro) – si legge dalla nota -. Ma a questo punto sul piano delle risorse sarà utile capire se sono risorse aggiuntive stanziate dal Consiglio Regionale o se le ASL dovranno ricavarle con economie dai loro bilanci. Nelle ASL Toscane sono in atto tagli al personale diretto draconiani visto l’effetto a caduta dei tagli al finanziamento del SSN da parte del Governo, e così se la Regione non aumenterà la tassazione regionale l’effetto di calo di qualità e quantità di servizi sarà ancora più rapido. L’alternativa sarà spostare i servizi verso il privato che agisce come sempre sul contenimento del costo del lavoro.
A questo punto del dibattito politico sul salario minimo (molti lavoratori nel terzo settore hanno paghe orarie al di sotto dei famosi 9 Euro indicati dalla Professoressa Fornero), sarebbe stato essenziale che gli assessorati e il Presidente imponessero come prevede la norma Toscana (DGRT 995 2016 allegato A) “il rispetto del CCNL di riferimento e degli accordi integrativi regionali sottoscritti”; proprio mentre questo adeguamento veniva fatto, invece, su questo tema la timidezza della parte pubblica nel controllo e nel richiamo al rispetto di queste regole continua a caratterizzare il settore, dove il lavoro povero è la regola.
Evidenziamo a questo proposito che tra i sottoscrittori del protocollo Toscano c’è chi adotta i Contratti separati, è il caso di ANASTE, oppure AIOP RSA (sciopero nazionale unitario il 27 settembre), e anche se non sono interessati a questo finanziamento in questo momento è scandaloso il comportamento delle associazioni delle Misericordie (sciopero nazionale unitario il 2 ottobre) che impediscono il rinnovo del loro Contratto perché richiedono maggiori finanziamenti; anche qui la politica non si fa carico come committente di giocare un ruolo regolatorio e di confronto, ci sarà da aspettarsi anche qui un rifinanziamento casomai senza contropartite.
Invece la contropartita la incassano sempre i gestori, da parte della politica, rispetto allo smantellamento della Formazione del Personale OSS, che passa ad un sistema privatizzato. Si perde così qualità e trasparenza nella formazione: fatta direttamente dal Sistema Sanitario Toscano garantisce omogeneità di qualità formativa del personale; invece di aumentare il sistema della formazione pubblica anche nella quantità di offerta dei posti, viene invece privatizzata.
Il 7 ottobre faremo una manifestazione nazionale a Roma contro questo tipo di politiche governative, col pensiero saremo anche davanti Piazza Duomo a Firenze, e poi troveremo una data ad hoc”.