“Comfort Zone” è il titolo della 53esima edizione della rassegna di arte contemporanea Forme nel Verde di San Quirico d’Orcia. Kermesse culturale che rappresenta un unicum in Italia, tanto da essere una tra le più longeve mostre diffuse di sculture all’aperto. Per la prima volta nella sua storia la protagonista scelta è un’artista donna, Stefania Vichi, individuata dal curatore e direttore artistico Carlo Pizzichini per le sue inedite e particolarissime opere. Il titolo forte e accomodante della mostra “Comfort Zone” suggerisce il percorso di indagine che l’artista pone di fronte al rapporto tra l’uomo e le sue abitudini, spesso in contrasto con le ambizioni e i desideri del soggetto stesso.
“È una zona di conforto dove l’uomo, e quindi anche soprattutto l’artista, si ritrova piacevolmente e in una maniera anche molto naturale dove vivere quella vita lì, dentro un suo recinto – spiega il Direttore Artistico di Forme nel Verde Carlo Pizzichini – . E non a caso, proprio in una delle immagini abbiamo usato le pecore, quindi in questo essere come una pecora dentro un recinto e di essere confortata, perché se uno esce dal recinto comincia quella zona della paura, vengono fuori delle paure e quindi questi concetti saranno poi visibili nelle installazioni e nelle sculture”.
Forme nel Verde è una mostra diffusa e itinerante per cui molti luoghi iconici del comune della Val d’Orcia sono stati scelti per ospitare le opere dell’artista Stefania Vichi che si incastonano perfettamente con la rotondità del paesaggio e con la storia medievale e prima ancora etrusca di quei luoghi.
“Il palcoscenico storico e principale sono i giardini rinascimentali degli Horti Leonini di San Quirico d’Orcia. Però vengono coinvolti anche quest’anno il centro storico del paese, il Palazzo Chigi, la Cappella di Vitaleta e poi Bagno Vignoni. A Bagno Vignoni nella vasca romana ci sarà una performance di danza con la coreografia fatta proprio da Stefania Vichi, che è legata al suo lavoro, al suo modo di essere artista, che non è solo la scultura, non è solo l’artigianalità della scultura, ma sono anche l’installazione e anche l’essere ballerina, quindi il suo corpo che spesso partecipa al suo lavoro e quindi in questo modo riesce a tirar fuori questo nuovo barocco dal suo lavoro e quindi a stupire. Infatti come scriveva Gianbattista Marino – è del poeta il fin la meraviglia -“.