Le recenti alluvioni sono gli ultimi segnali lanciati da un territorio fortemente caratterizzato dal dissesto idrogeologico. Una nuova visione per uscire dal grande rischio che il nostro Paese sta correndo in ambito ambientale l’ha presentata il geologo e divulgatore scientifico Mario Tozzi a San Quirico d’Orcia in occasione della presentazione del suo ultimo libro “Oltre il fango: una nuova visione per uscire dal rischio idrogeologico”. Una folta platea ha ascoltato le parole dell’esperto ambientale romano e ha conversato con lui sulle buone pratiche che ognuno di noi, nel piccolo, può fare per abbattere le emissioni clima-alteranti, concause del cambiamento climatico, i cui disastri sono inequivocabilmente sotto gli occhi di tutti.
“San Quirico d’Orcia ha un bellissimo territorio e ci teniamo che si conservi così, parlando in generale quali siano gli impatti anche in questo territorio, iniziare a porci delle domande riguardando il futuro, mi diverto a raccontare queste cose in giro e poi ognuno continua a fare come gli pare – ironizza il geologo Mario Tozzi -“.
Anni di poca lungimiranza amministrativa e di un eccesso della irruenza edilizia innata nel nostra storia di italiani. Politiche che hanno permesso di costruire troppo e anche laddove non era opportuno costruire, oppure che hanno concesso condoni edilizi che non hanno eguali nel resto del mondo. Per questo, secondo il geologo romano, serve un cambiamento radicale delle politiche che punti al divieto di costruire nuove case: zero mattoni nuovi e zero cemento nuovo, solo così può rigenerarsi il Paese.
“Siamo un popolo di muratori – racconta ancora il divulgatore scientifico romano -, non abbiamo fatto altro che costruire: perdiamo 2 metri quadrati al secondo di territorio vergine perché la gente costruisce troppo. Forse sarà il caso di darci una regolata, buttiamo giù il brutto e ricostruiamo meglio ciò che abbiamo, lì dobbiamo far girare l’economia. Ma da un punto di vista delle nuove costruzioni basta! Nuove costruzioni, nuovi mattoni zero, perché aumentano anche il rischio idrogeologico”.